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Home Regione Calabria

Sogas in difficoltà. L’ira del presidente della Commissione di Vigilanza Aurelio Chizzoniti

by aci
28 Agosto 2014
in Regione Calabria
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Reggio Calabria. “Finalmente dopo tante ambiguità, contorsioni, piroette e quant’altro utile a mistificare la realtà, i vertici della Sogas SpA hanno gettato la maschera e a seguito dell’ennesima gestione sfociata nell’ormai sistematica produzione di milioni di debiti riconoscono che “la Sogas è in difficoltà”. Lo afferma in una lettera inviata al Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, al Procuratore della Corte dei Conti, Cristina Astraldi, alla presidente f.f. della Giunta regionale, Antonella Stasi, al presidente della Provincia di Reggio, Giuseppe Raffa, al presidente della Camera di Commercio, Lucio Dattola, al Commissario straordinario della Provincia regionale di Messina, Filippo Romano ed alla Commissione straordinaria che gestisce il Comune di Reggio Calabria, il presidente della Commissione speciale di Vigilanza, Aurelio Chizzoniti. “Ma escludono il “rischio” default – aggiunge Chizzoniti – che, con tutto il rispetto per le diverse ed opposte posizioni, paradossalmente non è un rischio ma, caso mai, una ciambella di salvataggio attraverso la quale è possibile perseguire un duplice obiettivo:
l’interruzione del saccheggio di pubbliche risorse cui gli Enti autarchici in indirizzo si sono ormai allineati per ripianare inutilmente le annuali perdite societarie; ripartire con una società ex novo aperta alle qualificate partecipazione dell’Assindustria, Asireg, Assoalberghi, operatori turistici interessati ad investire a Reggio che non può ulteriormente differire la valorizzazione dei Bronzi e di tutto il patrimonio di cui è stata gratificata, coinvolgendo opportunamente anche quelli catanesi, per offrire alla sponda Siciliana l’aeroporto di Reggio quale terza pista di quello di Catania letteralmente intasato da giugno a settembre. Disegnando, all’uopo, un credibile piano industriale autenticamente realizzabile nel contesto della ormai fisiologica ristrutturazione (concreta e non parolaia) seguendo la via del tanto atteso rilancio, così come è avvenuto per la Reggina calcio, la stessa Alitalia, la Parmalat. In quest’ottica – sottolinea Aurelio Chizzoniti – va segnalato il ruolo propositivo delle forze sociali che la Sogas cerca di dividere privilegiando l’interlocuzione con qualche pseudo sindacalista preoccupato soltanto di sostenere il management specialista in assunzioni dopo aver chiesto ed ottenuto l’accesso alla cassa integrazione a causa degli elevati costi del personale! Non a caso, anche l’esercizio 2013 chiude con forti perdite ma, ciò nonostante, i produttori delle stesse sono stati callidamente confermati nel CDA della società aeroportuale che gestisce una struttura ulteriormente appesantita dalla ultra preoccupante riduzione dei flussi di traffico. E così tra una passerella ed una sceneggiata napoletana – prosegue il presidente della Commissione speciale di Vigilanza – si aspetta la concessione trentennale e si strumentalizzano le prescrizioni operative già più rigorosamente vigenti circa venti anni or sono ma ininfluenti, tant’è che l’aeroporto in un anno raddoppiò i passeggeri che per la prima superarono la fatidica soglia dei 500.000, grazie anche ad una accorta politica tariffaria praticata da Air One. Da allora soltanto “chiacchiere e distintivo”, uso distorto di finanziamenti pubblici, assunzioni, involuzione su tutti i fronti, eccezion fatta per gli stipendi degli inventori del volo che non accennano a diminuire. Ovviamente appaiono gravissime le responsabilità del Collegio dei Revisori che certamente non sfuggiranno alla Magistratura già adita, alla cui Superiore attenzione si devolve – ex plurimis – la verifica della rilevanza penale ex art. 323 cp per la reiterata produzione dei debiti da parte del CDA che, “de iure”, avrebbe dovuto suggerire il responsabile deposito delle carte contabili in Tribunale rinunciando ad un accanimento finanziario a dir poco devastante. Infatti, trattasi di fattispecie concepita dal Legislatore – evidenzia Chizzoniti – come reato di evento con dolo specifico intenzionale che nella specie si ravvisa attraverso la consumazione di ripetuti eventi ingiusti (perdite) con vantaggio patrimoniale da parte di chi percepisce lauti stipendi per produrre debiti. Si appalesa, conseguentemente, la doppia ingiustizia perpetrata da Amministratori e Controllori la cui condotta (non solo penalmente rilevante) concorre, altresì, al gelido depauperamento del patrimonio Sogas. Si nutre anche dalle considerazioni che precedono la richiesta già articolata al Signor Procuratore della Repubblica perché attivi l’istituto di cui agli artt. 6-7.R.D. 16 marzo 1942 n. 267 (fallimento della Sogas così come già avvenuto per l’Atam), formalizzando ufficialmente l’invito – diffida (Regione Calabria) a non erogare un solo euro per l’ennesimo spericolato ripiano dei debiti Sogas SpA apparendo evidente, in tal caso, la cosciente integrazione concorsuale ex artt. 110 – 323 cp. che avvince il CDA ed i Controllori dello stesso. Questi ultimi in data 23 luglio 2014, con riferimento all’esame del bilancio 2013, avrebbero prima prospettato il fallimento della Sogas salvo poi ad essere recuperati alla logica del dissesto gestionale scandito dai costi che superano di ben un milione e mezzo di euro i ricavi relativi all’esercizio 2013. Ciò nonostante, anche se trattasi di un ormai consolidato, sistematico e stratificato stato di insolvenza pienamente integrante il modello tecnico di cui all’art. 5 R.D. 16 marzo 1942 n. 267 che “si manifesta con inadempimenti o altri fattori esteriori i quali dimostrano che il debitore – rectius – la Sogas – non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni”, c’è qualcuno che si aggrappa a qualche residuo quantitativo di ossigeno affermando “stiamo malissimo ma la morte non è ancora arrivata”! E fra i “fatti esteriori” – dice ancora Chizzoniti – sicuramente non va sottaciuto il procedere tentennante ed incespicante della Sogas che anni addietro ha “smerciato” l’internalizzazione di taluni servizi quale fattore di miglioramento degli stessi e di contenimento delle spese, oggi ci ripensa e preannuncia il ritorno al passato ovvero a ditte esterne cui dovrebbero transitare i dipendenti interessati. La cui schiera potrebbe essere opportunamente infoltita da qualche assunzione “in limine litis”, ovvero, prima della formalizzazione della riesumata esternalizzazione. Non può dirsi che la Sogas si muova su un binario di coerente uniformità dinamico –operativa! Pertanto, reiterate operazioni di ripianamento di perdite e di ricapitalizzazioni costituiscono un rischio per gli equilibri di bilancio sia degli Enti comproprietari che della partecipata Sogas che conferma, fra l’altro, l’assoluta inesistenza di benché minimi livelli di produttività ed utilità per cui gli Enti soci non possono non tenerne conto anche perché le operazioni di ripiano dei debiti prodotti incidono sulle finanze pubbliche agli stessi riconducibili. Ne deriva che l’insistente e pernicioso ricorso alla logica del salvataggio a tutti i costi della Sogas ormai in condizioni di irrecuperabile dissesto, tant’è che i ripetuti interventi tampone (con dispendio di disponibilità finanziaria a fondo perduto) non hanno fornito alcun concreto risultato attesa la cronica insolvenza societaria. Conseguentemente, contrarre un mutuo per “corrispondere quanto dovuto alla Sogas” significa ricorrere all’indebitamento per finanziare con inquietante disinvoltura tali, ormai conclamate, inutili operazioni che appaiono anche in conflitto con i limiti di cui all’art. 187 del D. Lgs.vo 18 agosto 2000 n. 267 coordinato con l’art. 3 comma 19 della finanziaria 2004. Non fosse altro perché l’Ente pubblico non può perseverare nella improduttiva decisione ripianatrice poiché violerebbe l’interesse collettivo prevalente che corrisponde alla “necessità” per lo stesso di impiegare le proprie risorse secondo principi di efficienza, efficacia, economicità e produttività che per la Sogas, sottoposta ad un processo di quotidiana quanta inarrestabile erosione, mai sono esistiti negli ultimi quindici anni.
Sulla scorta di quanto precede, si invitano i Soci Sogas diversi dalla Regione Calabria che invece si diffida ad attenersi a tali elementari principi interrompendo l’uso scorretto di risorse pubbliche mentre si puntualizza che la presente nota è da considerarsi integrativa a quelle precedentemente depositate presso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria per cui restano attuali le richieste articolate in ordine agli avvisi afferenti eventuali istanze ex art. 406 e 408 cpp”.

Tags: aurelio chizzoniticristina astraldifederico cafiero de rahogiuseppe raffareggio calabriaSogas
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