Reggio Calabria. La città di Reggio Calabria sta attraversando una delle fasi più difficili della sua storia. Il Commissariamento, primo caso di consiglio comunale di capoluogo di provincia sciolto per infiltrazioni mafiose, rappresenta un marchio infamante da cui tutti abbiamo il dovere di riscattarci. Lo potremo fare affidando l’amministrazione di questa città a persone perbene, competenti, preparate, ma soprattutto oneste.
Sembra una considerazione ovvia, ma non lo è. E’ un assunto della storia di questa, mortificata, saccheggiata, svilita, soprattutto in questi ultimi anni da una politica miope, egoista, sprecona e inconcludente.
Sembra strano, che siano stati dei reggini, che dicevano di amare sopra ogni altra cosa la città, a creare queste condizioni, che oggi rischiano di diventare irreversibili.
Reggio è in ginocchio, ma non è ancora caduta per mano “assassina”. E’ il luogo che amiamo più di ogni altro, dove siamo cresciuti, dove intendiamo vivere e far crescere i nostri figli. E allora, mettiamo in campo le migliori energie, che questa città sa esprimere.
Reggio ce li ha. Sono tanti. Personalmente mi definisco tra questi. Sono Filippo Pollifroni, un giovane laureato, da sempre appassionato di politica e impegnato si da ragazzino nel campo del sociale.
Per questo ho deciso da reggino, come tantissimi altri, innamorato della propria città, di cercare di dare un contributo di crescita, di speranza, alla comunità di cui faccio parte candidandomi al Consiglio Comunale di Reggio Calabria nella lista “A Testa Alta per Reggio” con Giuseppe Falcomatà Sindaco. Reggio ha bisogno di un impegno straordinario, condiviso, comune, per tornare ad essere una città “normale”, gestita da una politica “normale”, in cui prevalga l’interesse generale, il rispetto delle regole, la distinzione dei compiti.
Non sono solo i grandi progetti a creare crescita e sviluppo. Reggio ha bisogno di ripartire dalle piccole cose. Quelle che fanno grande una città: a partire dai servizi, dalla pulizia, la manutenzione, e da una visione complessiva di un territorio che non può essere considerato più la somma, per parti distinte, tra centro e periferie.
Il lavoro che manca, l’assenza di prospettive per i giovani sono problemi che si risolvono con progettualità, idee, investimenti. Ma avendo ben presente gli obiettivi, l’identità che si vuole dare a questa città, che non può essere definita solo per slogan, utili al momento, come , “città al centro del Mediterraneo”, o “città europea”. Sono queste le ragioni per le quali ho deciso di passare all’azione, metterci la faccia, il mio impegno, e il mio futuro. Reggio non può più essere più la città dei servizi inesistenti, e dei tributi più alti d’Europa. Non può essere la città in cui è più alto il disagio sociale, ed al collasso il terzo settore. Non può essere la città senza un parco urbano, o di aree verdi degne di questo nome, per i tanti bambini, giovani ed anziani dei nostri quartieri.
Non può essere la città dove gli impianti sportivi o sono affidati a società private o sono colpevolmente chiusi o inagibili,dove le poche strutture che accoglievano gli stranieri sono state chiuse per non essere state ristrutturate dal Comune; esempio emblematico la Comunità la “VELA” che accoglieva i minori stranieri non accompagnati.
Reggio vuole rinascere. I reggini vogliono rinascere. Facciamolo insieme.
Filippo Pollifroni