Staiti (Reggio Calabria). L’Abbazia di S. Maria di Tridetti, ricadente nel Comune di Staiti, Monumento Nazionale di stile BizantinoNormanno dell’XI secolo, è una perla di straordinaria bellezza architettonica bisognosa di essere riportata ai fasti del passato. Per questi motivi, nel 2011, il Commissario Prefettizio dell’Ente, Valerio De Joannon, con propria delibera adottata con i poteri della Giunta, aveva approvato il progetto preliminare conservativo e riuso dell’Abbazia di Santa Maria dei Tridetti.
A distanza di quasi tre anni non si hanno notizie sullo stato della pratica. Il progetto era stato redatto dall’Ingegner Giovanni Mafrici, all’epoca Responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale, e prevedeva il riuso e la realizzazione di opere conservative per “garantire – come scriveva nella relazione descrittiva il Tecnico comunale – la permanenza del manufatto il più a lungo possibile nel tempo, nel rispetto della sua identità ed unicità quale unico esempio, in stile e particolari ornamentali, di architettura NormannoBizantina in Calabria. Partendo dalla considerazione che la Basilica di S. Maria dè Tridetti è un’architettura che costituisce una eredità che non si può cancellare, per questo, ai fini delle scelte di intervento, la conoscenza del manufatto e l’analisi del suo stato di consistenza rappresentano una tappa imprescindibile. Sulla base dei risultati delle indagini diagnostiche preliminari, le scelte operative dovevano prendere spunto dall’approccio al manufatto e mirate al mantenimento della Basilica quale monumento da tutelare, fonte di informazioni sulla sua storia, testimonianza da conservare nella sua consistenza fisica e materiale. L’intento – proseguiva il tecnico – sarà quello di rendere leggibile il monumento quale testimonianza senza snaturarlo, di agire per aggiunte e non per sottrazioni, prevedendo la conservazione delle tracce che possono essere sorgenti di dati per la comprensione dell’opera e garantendo la trasmissione alle generazioni future, che forse potranno disporre di metodi di indagine e analisi più raffinati rispetto a quelli odierni. La proposta di recupero dell’immobile terrà conto di sistemi non invasivi, si cercherà di adoperare entro limiti consentiti, interventi compatibili a livello materico e tecnologico. Il primo passo verso l’utilizzo nasce dalla presa in considerazione del suo stato attuale di degrado, per accertare il quale sono stati effettuati rilievi visivi e cartografici; dall’indagine diretta sui materiali e sui fenomeni di degrado caratterizzanti l’edificio è emersa una situazione di degrado molto avanzato e diffuso”.
Nelle immediate adiacenze della Basilica di Santa Maria dè Tridetti si estende un’area per oltre 11 ettari nell’ambito della vallata Torrente Pantano Piccolo. Quindi, il Comune di Staiti ha elaborato un altro progetto preliminare consistente nella trasformazione di un’area agricola abbandonata in parco con la realizzazione di verde pubblico con annessa una struttura da adibire ad anfiteatro ed una struttura ricettiva con annesso ristorante.
“Nello specifico – scriveva nella relazione tecnica ed illustrativa Mafrici – si propone di migliorare la fruizione dell’area di elevato interesse storicotestimoniale e religioso caratterizzata dalla presenza della Chiesa di Santa Maria dei Tridetti. La chiesa, di origine basiliana, rappresenta uno dei principali monumenti bizantini presenti nel territorio regionale. In tale contesto, l’iniziativa proposta potrebbe rappresentare una valida occasione per la creazione di nuova occupazione, soprattutto giovanile, e, nel contempo, contribuire al potenziamento e alla qualificazione del sistema dell’offerta turistica (culturale, naturalistico e religioso) e dei servizi per la popolazione locale. L’area interessata dagli interventi è localizzata in Contrada Badia, a circa 800 metri a sudest dell’abitato di Staiti, ad una altitudine di circa 170 m. s.l.m, ed è raggiungibile dal capoluogo comunale percorrendo la Strada Provinciale Staiti-Brancaleone”. Per questi motivi era stata prevista “la creazione di un’area da destinare a Parco, attraverso la realizzazione di una serie di azioni programmate che hanno come finalità principale la fruizione del patrimonio storico culturale e paesaggistico dell’area, attraverso la creazione di una serie di percorsi tematici, legati in particolare alla Cultura Bizantina, ed alla realizzazione di una serie di strutture e attrezzature destinate alla ricettività e per attività culturali e ricreative”. Per questi lavori era stata ipotizzata una spesa per oltre un milione e mezzo di euro.
Agostino Belcastro