Processo Breakfast. Alla prima udienza Scajola “incassa” la decisione del Tdl

Da sinistra: Morello, Perroni, Scajola

Da sinistra: Morello, Perroni, Scajola

Reggio Calabria. “Intanto il Tribunale della Libertà ha dichiarato inammissibile l’appello del pm sull’aggravante mafiosa, e questa mi sembra la vera novità della giornata, che per adesso mette un punto fermo su questo aspetto. Per il resto il processo va avanti, e dimostreremo l’innocenza di Claudio Scajola”. Così l’avv. Giorgio Perroni, che ha sostenuto in aula insieme all’avv. Patrizia Morello la difesa dell’ex ministro dell’Interno (in foto, da sinistra: Morello, Perroni, Scajola), ha risposto ai cronisti al termine dell’udienza di stamani.
Si è trattato della prima udienza del processo scaturito dall’operazione Breakfast, condotta nel maggio scorso dalla Dia di Reggio Calabria, che ha visto coinvolto Scajola, accusato di procurata inosservanza di pena in favore di Matacena, latitante a Dubai dopo la condanna a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, condanna poi ridotta recentemente dalla Corte di Cassazione a 3 anni.
L’intera giornata processuale è stata dedicata alle eccezioni preliminari, con le quali la difesa di Scajola e di Maria Grazia Fiordelisi, la segretaria di Matacena, hanno chiesto l’annullamento del decreto di giudizio immediato. Dopo oltre 2 ore, il collegio presieduto da Natina Pratticò ha rigettato tutte le eccezioni, dando ragione alle repliche del pm Giuseppe Lombardo, il quale ha concesso alla difesa il parere favorevole sulla richiesta di rinvio, per potere acquisire tutta la documentazione riguardante le intercettazioni. “Un ritardo – ha ammesso il pm – dovuto però alla eccezionale mole di documenti”. Quanto alla decisione del Tdl, Lombardo ha offerto un’altra interpretazione: “Il Tdl non ha deciso nel merito, ha detto di non poter decidere in questa fase”, segno che, sull’aggravante mafiosa, per l’accusa la partita è tutt’altro che finita qui.
Il processo ripartirà il prossimo 6 novembre, alle ore 11. Scajola, agli arresti domiciliari, assisterà a tutte le udienze, che il presidente ha già annunciato di voler fissare una alla settimana. “Sopporto, da uomo delle istituzioni confido nella magistratura”, si è lasciato sfuggire con i cronisti, dopo una lunga mattinata trascorsa a dribblare le domande con un sorriso gentile; Scajola al termine dell’udienza ha affermato: “Il processo serve per fare emergere la verità, per quanto mi riguarda ce n’è una sola”.

Fabio Papalia

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