Reggio Calabria. Iniziato a Reggio Calabria il processo scaturito dall’operazione “Breakfast” della Dia per l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, accusato nell’ambito dell’operazione di procurata inosservanza di pena a favore dell’ex deputato e latitante a Dubai Amedeo Matacena, condannato a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, pena ridotta recentemente dalla Cassazione a 3 anni. Il collegio giudicante è presieduto da Natina Pratticò. All’inizio dell’udienza Scajola, che è agli arresti domiciliari ed è stato autorizzato a venire a Reggio con mezzi propri per essere presente al processo, non ha rilasciato dichiarazioni.
Nel frattempo è rimbalzata in aula la notizia che l’appello del pm contro il rigetto dell’aggravante mafiosa è stato dichiarato inammissibile dal Tribunale della Libertà. L’aggravante mafiosa chiesta dagli inquirenti fu a suo tempo rigettata dal gip, che aveva comunque emesso l’ordinanza chiesta dalla Procura a carico dell’ex ministro per il solo reato di procurata inosservanza di pena a vantaggio dell’ex deputato latitante Amedeo Matacena.
La difesa, rappresentata in aula dall’avv. Giorgio Perroni e dall’avv. Patrizia Morello in sostituzione dell’avv. Busuito, ha eccepito la nullità del provvedimento che dispone il giudizio immediato sulla base di una serie eccezioni presentate lamentando alcuni vizi procedurali. Eccezioni analoghe sono state avanzate dalla difesa dell’altra imputata, Maria Grazia Fiordalisi. Il pm Giuseppe Lombardo, nella sua replica, ha affermato che il giudice non può modificare quanto stabilito dal Gip se non dando luogo a un provvedimento “abnorme”. Il collegio si è ritirato per decidere sulle eccezioni preliminari.
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