Reggio Calabria. Considerando i dati e riflettendo sulla successione delle percentuali dei votanti nelle elezioni amministrative dal 2002 al 2014, si può concludere che l’esercito dei 905 candidati ha sì “drogato” il risultato facendo lievitare il risultato al 65%, ma non ha nascosto il dato più eclatante : la mancanza di “entusiasmo” e di passione partecipativa dei cittadini reggini, un terzo dei quali (per la precisione il 35,1%) si è tenuto alla larga delle urne.
E’ difficile dirlo, ma è lecito ritenere che con una legge elettorale meno ignobile (meno “porcellum”), vale a dire con 9 candidati e 9 liste (come dovrebbe avvenire in un paese normale fondato sulla democrazia e l’eguaglianza), e quindi senza l’esercito dei candidati che ha dopato il risultato, spingendo al voto “freddo” (per il parente, per l’amico e per il compare che più tempestivamente aveva chiesto il voto) una porzione consistente dell’elettorato, la percentuale vera dei votanti del 2014 sarebbe nettamente inferiore al 50%.
E se poi qualcuno si chiedesse , come sta facendo nelle discussioni a caldo sui social network, se la ‘ndrangheta ha votato, è facile rispondergli : “certo che ha votato; non è difficile verificarlo, comparando il voto delle periferie e del centro cittadino”.
Ergo :
– l’esercito dei candidati e la ‘ndrangheta hanno potentemente spinto il “voto freddo” facendo salire la percentuale al 65%;
– la percentuale dei cittadini che ha veramente scelto di votare, a prescindere dal pressing dei candidati “vicini” e delle raccomandazioni “pesanti” degli uomini (si fa per dire) della ‘ndrangheta, non supera il 50% e forse rappresenta appena poco più di un terzo degli elettori reggini.
Altro che voto finalmente “libero” dei reggini, come incredibilmente ed incautamente ha scritto Aldo Varano, alla vigilia del voto.
Quel che molti avevamo percepito, sentito, detto e scritto riceve una piena conferma : la situazione di Reggio e della democrazia reggina è grave e non può preoccupare quanti sono in grado di leggere e vedere senza filtri ed occhiali deformanti la realtà.
Oggi si fa festa dentro le “segreterie” nate come funghi e nelle case dei vincitori;
oggi si controllano i risultati per verificare e controllare se il parente o l’amico sia stato “fedele” all’impegno assunto;
oggi gli uomini della ‘ndrangheta verificano il “successo” delle loro “raccomandazioni.
Nessuna festa invece nelle case della maggioranza delle donne e degli uomini che vivono in una delle città più disastrate d’Italia, che non offre speranza alcuna ai loro figli ed ai loro nipoti.
Sandro Vitale