Operazione Arneo. Mandavano a mendicare minorenni da 2 a 12 anni

Gioia Tauro (Reggio Calabria). Questa notte, alle ore 04:00 circa, personale della Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro, diretta dal capitano Francesco Cinnirella, supportato, in fase esecutiva, dai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” e da unità cinofile del G.O.C. Vibo Valentia, ha dato esecuzione in Limbadi (VV), a 7 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Tribunale di Palmi – Ufficio GIP – di cui 2 in carcere e le restanti ai domiciliari (poiché donne con relativa prole). L’operazione, convenzionalmente denominata “Arneo” (nella mitologia greca tratta dall’Odissea di Omero è un mendicante che frequentava le mense dei ricchi sull’isola di Itaca per ottenere gli avanzi del cibo), prende le mosse agli inizi di luglio 2014 da una segnalazione anonima pervenuta all’utenza di pubblica utilità 114 cd. “Telefono Azzurro”, nella quale si faceva riferimento a dei bambini, verosimilmente narcotizzati, che venivano sfruttati da alcuni adulti per chiedere l’elemosina all’interno del Parco Commerciale “Annunziata”.
Immediatamente i militari della Stazione di Gioia Tauro, coordinati dal sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Palmi (RC) Francesco Ponzetta e sotto le direttive del procuratore f.f. Emanuele Crescenti, si sono apprestati ad espletare i relativi servizi di osservazione pedinamento e controllo, in abiti simulati, con l’ausilio di strumenti di videoripresa così cristallizzando quanto anonimamente segnalato. Nel corso dell’attività d’indagine, che ha abbracciato i 3 mesi estivi (luglio, agosto e settembre), i Carabinieri hanno effettuato anche delle proficue attività tecniche tese ad accertare le ipotesi di reato di maltrattamento ai danni di fanciulli, in concorso per tutti gli indagati, col fine ultimo dell’accattonaggio. L’età dei minori coinvolti, loro malgrado, va dai 2 ai 12 anni e la cosa più sconcertante è che fossero proprio i genitori o comunque persone a cui i suddetti minori erano affidati a costringerli a mendicare in condizioni igienico-sanitarie a dir poco precarie, con temperature spesso insopportabili, senza né alimenti né bevande e, per suscitare il pietismo degli avventori dei vari punti vendita, a piedi scalzi e seduti per terra, sovente in prossimità dei bidoni per rifiuti. I destinatari dell’odierna misura sono tutti di origine rumena e riuniscono 5 nuclei familiari. Per ciò che attiene la gestione dei minori, vittime di questi abusi, verrà interessata la Procura della Repubblica di Catanzaro – presso il Tribunale dei minorenni – con la finalità di valutare, ai danni dei genitori coinvolti, la decadenza della potestà genitoriale.

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