Reggio Calabria. Salutato dall’altra faccia del popolo reggino di centrodestra il ministro dell’Interno Angelino Alfano, leader del Nuovo Centrodestra, stasera ha ringraziato tutti i presenti con lo stesso identico calore umano col quale in quella stessa sala, l’8 febbraio scorso, aveva abbracciato Giuseppe Scopelliti. Stessa città, stesso luogo, la sala “Federica Monteleone” del Consiglio Regionale. Era appena nove mesi fa, quando Alfano veniva a Reggio Calabria a trovare Giuseppe Scopelliti, colui col quale tre mesi prima, a dicembre 2013, quasi un anno fa, aveva piantato il seme del nuovo partito, Ncd, dopo il divorzio da Silvio Berlusconi e Forza Italia. A distanza di nove mesi, qualcosa al parto dev’essere andato storto. Il ministro entra di fretta, in effetti giunto con notevole ritardo sul programma, e non si concede nemmeno per due battute con i cronisti; non c’è modo di porgli qualche domanda sull’intervista odierna al Corsera di Scopelliti, che attacca Ncd.
In mezz’ora di discorso non una parola sull’ex governatore, Alfano non lo nomina mai. D’altronde anche a febbraio scorso il rapporto tra i due era sembrato teso, al di là degli abbracci di cortesia. Come allora, quando Scopelliti aveva appena stretto l’accordo con il mondo LGBT per il primo Gay Pride calabrese, e Alfano si alzò e parlò dei valori della famiglia; anche stavolta stesso copione, preceduto dall’abbraccio non più con Scopelliti, il cofondatore del partito, ma con il candidato presidente Nico D’Ascola, il quale osservato attentamente non ha dato segni di effettuare scongiuri.
Alfano ha liquidato l’argomento elezioni attaccando Forza Italia per il mancato accordo elettorale concludendo con un incoraggiante “lunedì sera ci accorgeremo che se avessimo annunciato insieme una coalizione unita avremmo ottenuto un effetto calamita”. “Speriamo – ha vaticinato – che sia l’ultimo errore di Forza Italia e speriamo che sia il seme (e speriamo che stavolta il parto vada meglio nda) di un nuovo, forte, unito, coeso centrodestra”. Quindi il già noto sermone sui valori della famiglia. “Sono stato attaccato solo perché ho detto che le leggi vanno applicate, ho ricordato che in Italia è vietato un matrimonio fra due uomini o fra due donne, senza esprimere alcun giudizio di valore. Un sindaco non può registrare un matrimonio celebrato all’estero fra due uomini o fra due donne. In Italia abbiamo ottomila sindaci. Se passasse questo principio potrebbe anche darsi il caso di un sindaco che registri un matrimonio poligamico. In questo caso cosa succederebbe? – domanda retorica per poi prodursi nella migliore battuta della serata – Avremmo incentivato il turismo nuziale e avremmo ottenuto il federalismo matrimoniale”. Ultima bordata contro Salvini della Lega e il suo estremismo. “Sono nato nel 1970 e da allora ho sempre conosciuto la pace all’interno dell’Europa, impossibile tornare indietro”. “A me non piace l’euro – ha aggiunto Alfano continuando a difendere la politica europeista di Ncd – poco difeso dalla Banca Centrale, mi piacerebbe un euro difeso come il dollaro viene difeso dalla Federal Reserve. Ma non possiamo tornare alla lira”.
La parte finale del suo discorso il ministro la dedica alla criminalità organizzata e alla fuga di cervelli. Il ministro dell’Interno rivendica la battaglia contro la criminalità organizzata. Dimentica però che le forze dell’ordine, nonostante siano motivate sempre di meno, arrestano sempre più spesso persone che vengono quasi puntualmente mandate ai domiciliari. Per parafrasare lo stesso Alfano… avremmo preferito turismo carcerario e federalismo penitenziario. Quanto alla fuga dei cervelli, poi, Alfano ci racconta di avere finalmente capito qual è il vero problema del Sud: i ragazzi vanno via perché non trovano lavoro. Ragazzi che fanno elementari, medie, superiori e università, ha ricordato a menadito Alfano, formandosi grazie ai soldi che la Regione e lo Stato investe su di loro. “E una volta formati portano questa ricchezza altrove, mentre qui dove abbiamo speso soldi per formarli perdiamo quella ricchezza e l’investimento fatto per formarli”. Alfano è ingiusto con se stesso. E’ proprio grazie a lui, se rimpiazziamo quelli che se ne vanno con i migranti che arrivano sulle navi della Marina Militare.
Fabio Papalia