Pizzo. Lo scorso 20 aprile spari contro la saracinesca di un bar, i Carabinieri smascherano l’autore

Pizzo (Vibo Valentia). L’episodio scosse gli abitanti di Pizzo che udirono, nel corso della nottata del 20 aprile scorso, l’esplosione di numerosi colpi d’arma da fuoco. Oggetto del grave atto di danneggiamento fu un Bar molto frequentato. La saracinesca dell’esercizio pubblico fu letteralmente bersagliata dai colpi, 7 per la precisione. I militari della Stazione Carabinieri di Pizzo nel corso di un accurato sopralluogo riuscirono a recuperare alcuni bossoli ed alcune ogive di un calibro particolare, un 9×21 Luger. Un grave atto di danneggiamento che lasciava pensare ad un particolare accanimento dell’attentatore visto il numero di colpi sparati. Le indagini volte ad identificare l’autore del gesto non si sono mai fermate ed un altro passo in avanti è stato compiuto il 20 Agosto. Quel dì infatti i carabinieri della Stazione di Pizzo, nel corso di un servizio perlustrativo, fermarono e sottoposero a perquisizione un 24enne, il quale nella cintola dei pantaloni aveva un’arma da guerra d’importazione estera, carica e con colpo in canna quindi pronta a fare fuoco (e forse solo l’intervento provvidenziale dei Carabinieri evitò conseguenze ben più gravi). Il giovane fu arrestato e condotto in carcere. I Carabinieri inviarono quell’arma al RIS di Messina, dove naturalmente furono inviati nel mese di aprile anche i bossoli repertati all’esterno del Bar. Pochi giorni fa sono arrivati gli accertamenti balistici dei tecnici: quei proiettili che tanto scossero gli abitanti di Pizzo quella notte furono esplosi dalla pistola sequestrata al giovane 24enne. In virtù delle risultanze del RIS e sulla scorta delle indagini condotte dalla Stazione Carabinieri di Pizzo e coordinate dal Sostituto Procuratore Santi Cutroneo il Gip presso il Tribunale Di Vibo Valentia, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del giovane, che attualmente si trova ristretto presso la casa circondariale di Vibo in virtù dell’arresto per la detenzione dell’arma eseguito sempre dai Carabinieri. Davanti al Giudice dovrà giustificare le ragioni del gesto. Queste le accuse a suo carico: danneggiamento aggravato, accensioni ed esplosioni pericolose, porto e detenzione abusiva di arma e munizionamento da guerra, ricettazione. La giusta combinazione tra metodi d’indagine tecniche e tradizionali ha consentito di scoprire un grave fatto che scosse gli abitanti napitini.

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