Al via la X legislatura del Consiglio regionale: eletto l’ufficio di presidenza col voto di maggioranza ed Ncd

Da sinistra: Giuseppe Neri (segretario-questore), Carlo Calabrò (Segretario generale del Consiglio), Antonio Scalzo (presidente del Consiglio), Francesco D’Agostino (vicepresidente vicario), Giuseppe Gentile (vicepresidente) e Giuseppe Graziano (segretario-questore)

Da sinistra: Giuseppe Neri (segretario-questore), Carlo Calabrò (Segretario generale del Consiglio), Antonio Scalzo (presidente del Consiglio), Francesco D’Agostino (vicepresidente vicario), Giuseppe Gentile (vicepresidente) e Giuseppe Graziano (segretario-questore)

Reggio Calabria. Per un Domenico Tallini che lamenta il trasversalismo risponde Mario Oliverio che ha visto “tre opposizioni”. Poteva cominciare meglio di così la tanto attesa seduta che ha dato il via alla X legislatura del Consiglio regionale della Calabria.

Giornalisti in piedi, e pure il pubblico di parenti e amici dei neo consiglieri
Rispetto al passato per i giornalisti finora poco è cambiato dal nuovo corso di Palazzo Campanella, a giudicare da quanto visto nell’atrio “dedicato” all’entrata della stampa in aula consiglio. Tra semplificazioni, sburocratizzazione e spending review, tutti i cronisti accreditati (per l’occasione come era prevedibile in tantissimi) hanno dovuto attendere ammassati all’entrata perché vige ancora la regola che i giornalisti non possono entrare in aula finché il presidente non è seduto al suo posto e non dà inizio ai lavori. Giornalisti che per accedere, però, devono essere vestiti in giacca e cravatta (regola di protocollo), ed essere accreditati presso una testata che abbia almeno un giornalista sotto contratto (regola questa invece imposta dal protocollo dell’Ordine dei giornalisti con il precedente Consiglio). Così la forma è rispettata, poi pazienza se un giornalista guadagna meno dell’usciere che lo fa passare. La forma è salva. Capra e cavoli, invece, sono difficili da salvare entrambi, e così quando finalmente è stato consentito l’accesso alla stampa, ci si è trovati di fronte alla prevedibilissima eventualità che non bastassero tutti i posti a sedere. Overbooking.. così come di overbooking si poteva parlare tra i banchi dedicati al pubblico, stracolmi e con gente affollata in piedi. Segno di un rinnovato interesse dei calabresi verso il regionalismo? Macché… parenti, amici, tifosi, grandi elettori, portaborse e quant’altro, tutti ammassati per ammirare il proprio neo campione alle prese per la prima volta nell’arena della massima assise democratica calabrese. Peccato che lo spazio dedicato a stampa e pubblico occupi solo uno dei quattro lati dell’aula. Tutto il resto dello spazio è consacrato alle massime discussioni politiche. Già era uno spazio sovrabbondante con 50 consiglieri, ora che i consiglieri sono 30 il divario di metri quadrati è ancora più evidente. Ma del resto, se non si bada al dettaglio di collane e anelli d’oro, e se si guarda alla massa informe di persone che affollavano gli spalti tra pubblico e giornalisti, rispetto agli spazi desertici tra cui si muovevano i consiglieri regionali, l’immagine è l’emblema di una Calabria che si affolla sempre più alle porte della politica. Per chiedere la difesa di singoli privilegi, oppure per chiedere che finalmente dopo decenni di malaffare la politica regionale, adesso, dia una risposta alla fame dei calabresi: di lavoro, di risorse economiche, di giustizia, di diritti. E’ il governo di centrosinistra che dovrà decidere a chi rispondere, Oliverio e consiglieri di maggioranza hanno di fronte a loro un’opportunità unica, così come incombe su di loro l’ennesimo fiasco epocale. Staremo a vedere. Di certo sembra che certi giochetti della politica siano duri a morire. E così anche l’elezione dell’ufficio di presidenza si è trasformata in un’occasione mancata, tra astensioni, voto trasversale e una unità d’intenti che ripropone, ma senza dichiararsi, l’alleanza tra Pd ed Ncd.

Eletto l’ufficio di presidenza
A presiedere temporaneamente la seduta è stato il consigliere più anziano, Giuseppe Gentile, che ha chiamato i due consiglieri più giovani, Nicola Irto e Francesco Cannizzaro, a far parte dell’ufficio elettorale per l’elezione del presidente del consiglio. Tutti e trenta i consiglieri eletti presenti. Gentile ha ricordato l’alta percentuale di assenteismo alle elezioni regionali, richiamando i neo consiglieri a un’azione di governo al servizio dei calabresi tutti. “Le tante astensioni non vanno lette in chiave antipolitica – ha detto Gentile – ma vanno considerate come un messaggio alla politica”. Alla prima votazione Antonio Scalzo è stato eletto il nuovo presidente del Consiglio regionale della Calabria. La votazione è terminata così: 31 i presenti, 24 i votanti, 2 schede nulle e 22 voti per Scalzo. Il neo presidente infatti ha incassato i voti della maggioranza di centrosinistra, mentre nelle file dell’opposizione, eccetto per l’Ncd, i consiglieri di Forza Italia e Cdl invece hanno assistito alla votazione in piedi, dietro ai loro scranni, e non hanno votato.
Antonio Scalzo, quindi, ha tenuto il suo primo discorso, assicurando che i lavori della sua presidenza sarà improntato “in sinergia con il progetto di rinnovamento della Calabria che ha in Mario Oliverio il suo principale interprete”. Scalzo ha rivolto un saluto al capo dello Stato Giorgio Napolitano, così come prima lo aveva indirizzato anche Pino Gentile, e al premier Matteo Renzi. Scalzo ha ricordato l’enorme responsabilità “che il mio e il nostro ruolo ci imporrà, oggi la Calabria è la regione più povera del paese, vi è povertà galoppante, una presenza sempre più pervasiva della ‘ndrangheta”. Per far fronte a tutto ciò, ha detto Scalzo, occorrono “risposte rapide, concrete e durature, occorre il coraggio dell’innovazione”. Scalzo, infine, ha ricordato l’omicidio del vice presidente del consiglio regionale Francesco Fortugno, ucciso il 16 ottobre 2005 a Palazzo Nieddu del Rio a Locri, mentre si recava a votare per le primarie della sinistra.”I calabresi vogliono essere parlati”… “ma non troppo”, ha aggiunto Scalzo citando Corrado Alvaro, “i calabresi oggi chiedono sobrietà e rigore, e non più chiacchiere”.
Si è quindi proceduto alle votazioni per completare l’ufficio di presidenza. Francesco D’Agostino e Giuseppe Gentile sono i due nuovi vice presidenti del Consiglio regionale della Calabria: con i seguenti risultati: presenti e votanti 31, D’Agostino 14, Gentile 8, Domenico Tallini 4, Ennio Morrone 3, schede bianche 2. D’Agostino è esponente della maggioranza di centrosinistra, mentre Pino Gentile è eletto nel Ncd, e i dati di voto evidenziano che su Gentile sono stati dirottati anche i voti di alcuni consiglieri di centrosinistra. I due candidati di Forza Italia, Morrone e Tallini, invece, hanno raccolto solo i voti della propria lista e presumibilmente del Cdl. Con Giuseppe Neri (centrosinistra) e Giuseppe Graziano (Cdl) eletti segretari questori si completa l’elezione dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale. Questo l’esito delle urne: presenti e votanti 31, Graziano 18, Neri 12, bianche 1.

Oliverio chiede modifiche a statuto: vuole mani libere per nominare gli assessori regionali
Dopo l’elezione dell’ufficio di presidenza ha preso la parola il presidente della giunta, Mario Oliverio. Il governatore ha formulato gli auguri di buon lavoro al neoeletto presidente del consiglio, ai vice presidenti, ai segretari, ai consiglieri regionali. “In una prossima riunione – ha detto Oliverio – avremo occasione di illustrare al Consiglio le linee programmatiche che saranno al centro della nostra azione di governo. Il programma che abbiamo presentato agli elettori dev’essere al centro del confronto del consiglio regionale per articolare anche dal punto di vista delle priorità le azioni di governo che ci accingiamo a svolgere”. “Il Consiglio regionale – ha assicurato Oliverio – avrà un ruolo centrale nella nostra azione di governo perché è giusto che questa sede che è la massima espressione della volontà popolare ritorni a essere al centro dell’azione di governo”. “Sobrietà e rigore – ha detto ancora Oliverio – due parole che non possono essere solo pronunciamento di intenti ma devono essere coerente azione e coerenti comportamenti da parte di chi assume funzioni e ruoli di rappresentanza. La macchina istituzionale deve essere ricondotta a sobrietà e rigore, a partire dalla struttura burocratica. Mi permetto per questo di chiedere al Consiglio di procedere all’esame e all’approvazione della legge per l’autorizzazione all’esercizio del bilancio provvisorio”. Oliverio ha chiesto inoltre di approvare anche due emendamenti. Il primo riguarda l’autorizzazione alla spesa delle risorse per gli impianti di trattamento rifiuti, il secondo è un emendamento per contenere al 50% gli emolumenti degli enti sub regionali e delle società in house.
“Questo primo consiglio regionale è iniziato all’insegna del trasversalismo” ha affermato il consigliere Domenico Tallini, di Forza Italia. L’esponente Fi ha lamentato il ritardo con cui è stato convocato il primo consiglio, formulando gli auguri di guarigione al collega Ennio Morrone, il quale aveva chiesto il rinvio per motivi di salute. Più tardi il governatore Oliverio gli replicherà così: “Oggi ho visto tre minoranze”, respingendo le accuse di trasversalismo.
Così come richiesto da Oliverio il consiglio ha approvato a maggioranza, coi volti del solo centrosinistra, la legge per l’autorizzazione all’esercizio del bilancio provvisorio, e i due emendamenti. Contento e soddisfatto Oliverio, il quale ha chiesto infine che il consiglio regionale della Calabria si torni a riunire martedì prossimo per discutere di tre modifiche allo statuto. Si tratta di modifiche che lo stesso Oliverio ha così illustrato: rimuovere ragioni di impugnativa da parte del governo su consiglieri supplenti; allineamento dello statuto in coerenza con elezione diretta del presidente “che deve essere libero di scegliersi la giunta, senza vincoli” e poiché vi è stata una riduzione radicale del numero dei consiglieri, da 50 a 30 e dei componenti della giunta da 12 a 6, il presidente si possa avvalere anche del consigliere delegato, a costo zero, a indennità immutata. Insomma, Oliverio vuole mani libere per nominare quanti esterni gli piaccia, mentre la legge approvata sotto Talarico prevedeva un numero di assessori pescati tra consiglieri e solo pochi nomi esterni. Consiglieri da ripescare in giunta, però, attraverso la delega. E così però i consiglieri resterebbero consiglieri, senza doversi dimettere per la nomina assessorile, e senza dover lasciare il posto al supplente (quest’ultima previsione impugnata dal governo). Martedì, ha chiesto Oliverio, per far presto in modo che anch’egli entro pochi giorni possa nominare la giunta. E speriamo che la prossima volta ci sia posto a sedere per tutti i giornalisti accreditati.

Fabio Papalia

Da sinistra: Giuseppe Neri (segretario-questore), Carlo Calabrò (Segretario generale del Consiglio), Antonio Scalzo (presidente del Consiglio), Francesco D’Agostino (vicepresidente vicario), Giuseppe Gentile (vicepresidente) e Giuseppe Graziano (segretario-questore)
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