Cinquefrondi. Tentato omicidio di Rocco Francesco Ieranò: la Polizia arresta uno dei presunti mandanti

Da sx: Amati, Rattà, Crescenti, Catalano

Da sx: Amati, Rattà, Crescenti, Catalano

Cinquefrondi (Reggio Calabria). Alle prime luci dell’alba di ieri, personale della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Polistena, diretto dal commissario capo Pierfrancesco Amati, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il Tribunale di Palmi, Paolo Ramondino, nei confronti di Salvatore Vecchiè, 29enne di Melicucco. Le richieste cautelari sono state avanzate dai pm presso la Procura della Repubblica di Palmi, Enzo Bucarelli e Gianluca Gelso, che hanno diretto le indagini sotto il coordinamento del Procuratore Aggiunto Emanuele Crescenti, a seguito delle quali, all’indagato, è stato contestato il reato di tentato omicidio aggravato continuato e in concorso, nonché, il reato di porto illegale e ricettazione di armi.
Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti l’arrestato, unitamente ai cognati, Bruno, Pasquale e Vincenzo Fossari – sottoposti a fermo nel luglio 2013 per lo stesso reato e attualmente detenuti – è considerato il mandante e l’organizzatore del tentato omicidio di Rocco Francesco Ieranò, cl’72, avvenuto il 25 luglio del 2012 nelle vie centrali di Cinquefrondi. I fratelli Fossari e il cognato Vecchiè avrebbero assoldato due killer stranieri, anch’essi attualmente in carcere, con lo scopo di vendicare l’omicidio del loro congiunto Francesco Fossari, avvenuto a Melicucco il 2 agosto del 2011. Per quel delitto sono ora in carcere, in attesa di giudizio, Giuseppe Bruzzese, cl.’92 di Cinquefrondi e lo stesso Rocco Francesco Ieranò, sottoposti a fermo nell’ambito di un’operazione della Polizia del 27 giugno 2013. Francesco Fossari fu ucciso, sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, a causa della brusca interruzione della relazione extraconiugale che intratteneva con la sorella di Giuseppe Bruzzese, nonché moglie (sebbene all’epoca separata) di Giuseppe Ladini, presunto elemento di spicco della criminalità organizzata cinquefrondese, attualmente in regime di detenzione.
L’apparato indiziario e probatorio costruito dagli uomini della Polizia di Stato ha trovato riscontro nelle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Ieranò, il quale ha indicato esplicitamente Vecchiè come uno degli organizzatori della vendetta ordita dalla famiglia Fossari, nonché nelle dichiarazioni rese all’autorità giudiziaria dal collaboratore Antonio Russo il quale, essendo stato compagno di cella dell’odierno arrestato durante la sua precedente detenzione, ne avrebbe raccolto gli sfoghi e le confidenze.
Dopo le formalità di rito, l’arrestato è stato condotto presso il carcere di Palmi dove è stato messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Gli esiti dell’indagine sono stati illustrati alla stampa stamani nel corso di una conferenza tenuta in Questura alla presenza del procuratore facente funzioni Emanuele Crescenti, del nuovo capo della Squadra Mobile reggina Francesco Rattà, del suo vice Fabio Catalano, e del dirigente del commissariato di Polistena, Pierfrancesco Amati. Nel video che segue la conferenza stampa integrale.

Da sx: Amati, Rattà, Crescenti, Catalano

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