Reggio Calabria. Di seguito la relazione del vice coordinatore nazionale Uilpa Giustizia, Patrizia Foti, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Porgo un ringraziamento al Sig. Presidente della Corte per l’invito formulato all’Organizzazione Sindacale Uilpa e sono onorata di rappresentare il Segretario Generale della Uilpa Giustizia, Domenico Amoroso, che per impegni istituzionali assunti in anticipo, non ha potuto presiedere a questa Assise. Un caloroso saluto rivolgo a tutte le Autorità presenti, ai Magistrati e a tutte le Colleghe e ai Colleghi del distretto.
Condivido pienamente la precisa e dettagliata relazione del Sig. Presidente della Corte di Appello e iniziando da quanto finora esposto da chi mi ha preceduto, colgo l’occasione per affrontare le problematiche inerenti non solo i temi della giustizia sul territorio ma anche quelle che riguardano l’intero settore della giurisdizione. Prendiamo per esempio in considerazione l’avvio del processo telematico in materia civile, esperienza valida e condivisa se fosse stata supportata da strumenti e personale formato, a tempo debito.
In realtà dall’entrata in vigore del suddetto sistema, si sta registrando un disagio all’interno degli uffici, creando grossissimi problemi operativi al personale di cancelleria legati sia alle carenze di strumenti operativi, sia a previsioni normative poco chiare, che stanno portando gli uffici giudiziari, subissati ormai da mesi da circolari esplicative, nel caos.
Pertanto accade che:
1) il verbale d’udienza continua a essere redatto in forma cartacea (non solo nei fascicoli misti- per intenderci quelli in cui c’è obbligo del telematico solo per gli atti endoprocedimentali-), ma anche in quelli nati telematici;
2) in udienza il Giudice non è in condizione di consultare il fascicolo telematico e conseguentemente la cancelleria deve cercare di fare annotazioni cartacee di quanto già lavorato telematicamente;
3)il personale di cancelleria ha continue incontri/scontri con i CTU, i quali tempestano il personale di richieste per avere informazioni circa le modalità di invio della perizia telematica; informazioni che, per inciso, tardano sempre ad arrivare.
A pagare il prezzo più alto è il personale giudiziario, che suo malgrado si vede coinvolto in questa disfunzione.
Un altro aspetto da prendere in considerazione dal momento di pieno funzionamento del processo telematico, sarà l’appiattimento delle mansioni che colpirà il personale già privato della riqualificazione da oltre un ventennio ed oggi beffato da una mobilità esterna che, se si realizzerà comporterà la copertura dei posti delle qualifiche più elevate, a danno del personale interno che confidava, nelle legittime aspettative, nonostante al punto 12 del programma Giustizia del Governo è previsto l’impegno per la riqualificazione del personale .
Mentre si fa credere al personale che tutto proceda in quella direzione, improvvisamente registriamo la pubblicazione del bando di mobilità avvenuta, senza alcuna interlocuzione con le organizzazioni sindacali, che smentisce clamorosamente gli impegni assunti dal Ministro sulla contestualità tra procedure di mobilità, reclutamento di nuovo personale e riqualificazione e rischia di pregiudicare la prosecuzione del confronto su questa materia.
Rammentiamo al Ministro Orlando che una qualunque riforma della Giustizia non potrà sortire effetti positivi senza “investire” sul personale degli uffici giudiziari, lavoratori che a differenza di altri dipendenti del Pubblico Impiego, percepiscono il salario accessorio dopo anni, per la colpevole inerzia del Ministero, che continuano a non disporre di somme per lo straordinario, nonostante l’incremento del lavoro e la delicatezza della materie che trattano, in un territorio caratterizzato dall’elevato indice di criminalità.
Personale che a causa degli eccessivi carichi di lavoro, rischia patologie dovute allo stress da.” lavoro –correlato”, secondo quanto contenuto nell’art.17 del Dlg .81/2008 e nell’accordo europeo dell’8.10.2004.
E credo che all’interno dei nostri uffici giudiziari i fattori scatenanti lo stress non manchino come per esempio:
1) la mole di lavoro e di responsabilità;
2) l’ operare in strutture non a norma con la normativa vigente sulla sicurezza, in ambienti lavorativi di piccole dimensione, dove ad esempio, a causa dell’insufficienza degli archivi, gli armadi sono dislocati ovunque anche nei corridoi, mettendo a serio rischio l’incolumità dei lavoratori, nonché l’integrità dei fascicoli.
E anche dove i locali sono di nuova costituzione, attualmente sono privi di chiusura a norma, non viene garantita la pulizia, tutto ciò comporta la carenza di condizioni igienico- ambientale sia per il personale addetto che per l’utenza, lo stesso dicasi circa il sistema di riscaldamento che non è stato installato. Una riforma organizzativa ancora in itinere, che prevede un finto ed oneroso decentramento dell’organizzazione giudiziaria, una riforma del fine pena nel penitenziario senza alcun rafforzamento dell’esecuzione penale esterna, una politica degli organici orientata solo al risparmio della spesa, una digitalizzazione del processo civile senza computer e senza formazione del personale, porterà la Giustizia in uno stato di abbandono con incommensurabili danni per i cittadini e per le imprese.
Per tutto ciò il personale giudiziario è stanco e demotivato e il susseguirsi dei governi non hanno dato risposte concrete alle loro aspettative, pertanto la mia speciale gratitudine va innanzitutto al Personale Giudiziario per il gravoso impegno che assolve quotidianamente, in condizioni precarie, dimostrando spirito di sacrificio, senso di appartenenza all’Istituzione e consapevolezza dei valori dell’efficienza e della qualità del servizio che l’Amministrazione deve offrire alla collettività. Giustamente come prima affermava il Sig. Pres.te della Corte nella sua relazione: “I Giudici sono necessari ma gli amministrativi sono indispensabili”, non dobbiamo mai dimenticare ciò.
Per i motivi sopra esposti, in attesa che alle promesse fatte si giunga al giusto e doveroso riconoscimento della professionalità acquisita nel tempo dal personale giudiziario la Uilpa ha proclamato lo stato di agitazione nazionale del personale amministrativo del Ministero della Giustizia, auspicando di poter trovare soluzioni condivise, attraverso un vero e costruttivo confronto.