Omicidio Angela Costantino. In Appello confermate le condanne a 30 anni per Stilo e Pennestrì

Giustizia martello

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Reggio Calabria. La Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, Roberto Lucisano presidente con a latere Maria Luisa Crucitti, accogliendo le richieste del sostituto procuratore generale Giuseppe Adornato, ha confermato la pena di 30 anni di reclusione ciascuno per Bruno Stilo e suo nipote Fortunato Pennestrì, condanne inflitte in primo grado dal gup di Reggio Calabria Carlo Alberto Indellicati, per l’omicidio di Angela Costantino. Stilo e Pennestrì dunque, anche per i giudici del secondo grado sarebbero rispettivamente il mandante e l’esecutore materiale dell’assassinio della giovane moglie di Pietro Lo Giudice, scomparsa il 16 marzo 1994.
Secondo la ricostruzione della pubblica accusa la morte della donna sarebbe stata decisa in seno alla famiglia, per punirla di una relazione extraconiugale iniziata durante il periodo in cui il marito era in carcere. Angela Costantino, 25 anni, era madre di 4 figli; a tradirla sarebbe stata la quinta gravidanza, che col marito dietro le sbarre non poteva passare inosservata. Costretta ad abortire, sempre la ricostruzione dell’accusa, la donna sarebbe poi stata strangola mentre era a casa propria, subito dopo il corpo fatto sparire. Qualche giorno dopo fu ritrovata la sua autovettura a Villa San Giovanni, nell’auto furono trovate le ricette mediche del Servizio salute mentale che secondo i familiari avrebbero accreditato invece la tesi della depressione e dell’allontanamento volontario della donna.

Angela Costantino
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