Genova. Il personale del Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Genova – rende noto un comunicato stampa della Dia che qui pubblichiamo integralmente – ha dato esecuzione in Tortona (Alessandria) e Cittanova (Reggio Calabria) alla confisca, disposta dalla Corte di Appello di Reggio Calabria, di numerosi beni mobili e immobili riconducibili ai fratelli Aldo ed Ercole Gaglianò, per un totale di circa 2.500.000 di euro, di provenienza illecita e di valore sproporzionato rispetto alla situazione patrimoniale accertata e quella reddituale loro, delle mogli e dei figli.
Aldo ed Ercole Gaglianò, nativi di Cittanova (RC), ma trasferitisi a Genova già dagli anni Ottanta, sarebbero presunti affiliati alla cosca “Facchineri”, operante in Cittanova e nel nord Italia. Il padre Giuseppe è stato ucciso, a Genova, nel 1978, nell’ambito della “faida di Cittanova” che vedeva contrapposti la ‘ndrina “Facchineri” da un lato e quella “Raso-Gullace-Albanese” dall’altro, mentre il fratello Luciano Gaglianò è stato assassinato, sempre a Genova, nel 1991, da parte di esponenti della consorteria “Fiandaca-Emanuello”, propaggine della famiglia “Madonia”, della Cosa nostra nissena e già operante nel capoluogo Ligure. Il 30 gennaio 2015 la Corte di Appello di Reggio Calabria ha disposto la confisca dei beni, rigettando la misura di sorveglianza di pubblica sicurezza.
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