Palermo. I Carabinieri confiscano i beni del boss che voleva ricostituire la Commissione provinciale di Cosa Nostra

Carabinieri, Messina

Carabinieri, Messina

Palermo. Un’attività svolta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Palermo, che aveva già portato al sequestro di beni per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro, ha consentito l’emissione, da parte del Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, del provvedimento di confisca a carico di B.C., 71enne nato a Palermo (in atto detenuto, tratto in arresto nell’operazione denominata Perseo). La complessa attività investigativa, svolta attraverso minuziosi accertamenti patrimoniali sui beni sospettati di essere nella effettiva disponibilità dell’uomo, ha consentito di individuare un ingente patrimonio illecitamente accumulato in diversi anni di malaffare.
In particolare, tra i cespiti sottratti alla sua disponibilità figura una villa a tre elevazioni fuori terra, residenza dello stesso e del proprio nucleo familiare, oggetto di sequestro e contestuale confisca con l’odierno provvedimento, grazie ad ulteriori e più approfonditi accertamenti attraverso i quali è stata riscontrata che l’intestazione ad altro soggetto, verosimilmente prestanome compiacente, era finalizzata ad eludere le norme in materia di misure di prevenzione patrimoniale.
Le indagini patrimoniali hanno avuto inizio a seguito dell’operazione denominata Perseo. Dagli accertamenti che hanno portato all’emissione, nel dicembre del 2008, del provvedimento restrittivo, emerge come B.C. nonostante fosse detenuto alla pena dell’ergastolo, a seguito di due condanne rispettivamente del 2006 e del 2008, non solo avrebbe continuato ad essere il reggente del mandamento di Villagrazia–Santa Maria di Gesù, ma avrebbe avuto anche in animo, dopo gli arresti di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, di ricostituire la Commissione Provinciale di “Cosa Nostra” e di porsi al suo vertice.

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