Reggio Calabria. I Carabinieri hanno catturato un latitante ricercato dal 2013, per omicidio, tentato omicidio, detenzione e porto illegale di arma da fuoco. Durante l’operazione sono stati arrestati anche cinque presunti favoreggiatori. Si sono concluse positivamente, nel quartiere di Catona, alla periferia sud di Reggio Calabria, le indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Palmi, coadiuvati da personale dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori “Calabria”, che ieri notte, all’esito di prolungata attività di indagine, hanno arrestato il latitante Francesco Luppino, 36enne nato a Gioia Tauro e residente a Sant’Eufemia d’Aspromonte, indagato per omicidio, tentato omicidio in concorso, detenzione e porto illegale di arma da fuoco.
Francesco Luppino è destinatario dell’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Tribunale di Palmi – Sezione GIP/GUP il 6.9.2013 ed è ritenuto presunto responsabile unitamente ad altri dell’omicidio di Giuseppe Arimare classe 1952 e del ferimento di Bernardo Princi classe 1974, avvenuto in Sant’Eufemia d’Aspromonte il 2.9.2013.
Le indagini, durate quasi un anno e mezzo hanno comportato un notevole dispendio di energie ed impiego di uomini e sono state condotte sia con mezzi tecnologici, quali intercettazioni telefoniche ed ambientali, pedinamenti elettronici a mezzo di localizzatori, sia con mezzi d’indagine di tipo tradizionale, quali appiattamenti, osservazioni e pedinamenti, il tutto unito da acume investigativo, determinazione e motivazione, hanno portato ad individuare una zona dove i presunti favoreggiatori del latitante si sono recati diverse volte. Visti i risultati raggiunti, si è deciso di finalizzare le indagini, collocando aliquote di personale dell’Arma, con il compito di osservare l’obbiettivo individuato.
Dopo alcuni giorni d’osservazione, durante la scorsa notte, i Carabinieri hanno notato un’autovettura in uso ad uno dei presunti fiancheggiatori del latitante che si parcheggiava in una strada poco distante. Dall’autovettura uscivano due uomini che entravano all’interno di una delle abitazioni già considerata quale possibile rifugio del Luppino.
I militari hanno quindi circondato l’abitazione e, una volta approntato il dispositivo di sicurezza, alle ore 22.30 un’aliquota ha fatto irruzione nell’abitazione.
Durante l’irruzione alcuni degli occupanti e lo stesso Luppino avrebber tentato di darsi a repentina fuga, senza però riuscirci poiché prontamente bloccati dai militari che avevano provveduto a cinturare l’intera zona.
All’interno dell’abitazione, sono stati identificati Domenico Trimarchi di 24 anni, e Antonino Laurendi di 19 anni, entrambi parenti del Luppino, Mimma Corsaro di 41 anni, Rosy Curatola di 19 anni, Francesco Curatola di 56 anni, utilizzatori dell’immobile.
I cinque avrebbero fornito appoggio, sia fisico che materiale al Luppino, tanto che secondo gli investigatori, grazie al loro aiuto, è riuscito ad eludere le indagini volte alla sua cattura, condotte dalla Compagnia Carabinieri di Palmi in sinergia con la Procura della Repubblica di Palmi, coordinate dal procuratore Emanuele Crescenti e dal sostituto procuratore Francesco Ponzetta.
Nel prosieguo dell’operazione, durante la perquisizione domiciliare, sono state rinvenute e sequestrate le seguenti armi e munizioni, riconducibili a Francesco Curatola:
• 1 fucile sovrapposto cal.12 privo di marca e matricola;
• 50 cartucce per fucile cal.12;
• 1 pistola semiautomatica cal.7.65 marca “Regina” con matricola abrasa munita di caricatore;
• 25 cartucce cal.7.65;
• 1 carabina ad aria compressa marca Gamo.
Laurendi Antonino, Trimarchi Domenico, Corsaro Mimma e Curatola Rosy sono stati sottoposti alla detenzione domiciliare presso le rispettive abitazioni, mentre Francesco Luppino e Francesco Curatola sono stati associati presso la casa circondariale di Reggio Calabria.