Arrestati dalla Polizia due fratelli reggini: accusati di ricettazione e detenzione delle armi clandestine rinvenute nella Case Parcheggio

Da sinistra: Giliberti, Rattà, Rindone, Ciccariello

Da sinistra: Giliberti, Rattà, Rindone, Ciccariello

Reggio Calabria. Nella tarda serata di ieri, la Squadra Mobile diretta dal primo dirigente Francesco Rattà e dal suo vice Fabio Catalano, al termine di una complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha tratto in arresto, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari in data 9 marzo 2015, i fratelli Gaetano Morabito di 28 anni e Giovanni Morabito di 23 anni, per ricettazione in concorso e detenzione di armi clandestine. I due fratelli sono ritenuti presunti responsabili della detenzione illegale delle armi clandestine e dei capi di equipaggiamento in uso alle forze di polizia che il 4 ottobre 2014 furono rinvenuti dalla Polizia di Stato all’interno di alcuni locali di via Esperia 13/A.
Lo scorso 4 ottobre 2014, nel corso di articolata attività di controllo del territorio, il personale delle sezione Volanti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della Questura, diretto dal vice questore aggiunto Luciano Rindone con la collaborazione del commissario capo Gesualdo Masciopinto, ha perquisito i locali siti al piano terra del condominio sc. A. in via Esperia 13 a Reggio Calabria. I locali, chiusi da infissi e da pareti di recente manifattura, non erano immediatamente riconducibili ad alcun condomino. All’interno di tali ambienti, composti da tre vani, suddivisi da pareti in cartongesso non rifinite, erano stati accantonati diversi mobili. Dentro un mobile posto nel corridoio, era stato individuato un borsone in similpelle all’interno del quale c’era un berretto di colore nero con bordo rosso recante, sul fronte, il fregio dell’Arma dei Carabinieri di colore argento e vari indumenti dello stesso corpo di polizia.
Le accurate perquisizioni dei luoghi avevano consentito inoltre di rinvenire e sequestrare 3 berretti neri con Fregio “Fiamma” Argento dell’Arma dei Carabinieri, 2 camicie bianche per uniforme, 1 camicia estiva dell’uniforme dell’Arma dei Carabinieri di colore azzurro, 3 pantaloni neri con fascia rossa dell’uniforme Arma dei Carabinieri, 1 giacca della divisa ordinaria dell’Arma dei Carabinieri, 1 placca dell’Arma dei Carabinieri, 1 coppia manette di sicurezza prive di matricola e 1 cinturone con fondina nera del tipo dell’Arma dei Carabinieri.
Avvolta tra le uniformi, all’interno del borsone, era stata altresì rinvenuta una busta di plastica di colore bianco, dentro la quale vi erano 1 revolver calibro 44 Magnum marca Smith & Wesson 629 classic, 1 revolver calibro 38 marca Smith & Wesson Special C.T.G. e 1 revolver calibro 357 Magnum marca Smith & Wesson Performance Center.
Dai rilievi effettuati dai tecnici del locale Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, diretto dal vice questore aggiunto Diego Trotta, era emerso che le matricole delle armi erano state punzonate. Nel corso delle perquisizioni effettuate il 4 ottobre 2014, gli operatori della Polizia di Stato avevano altresì rinvenuto due soprabiti (blu e bianco) con alamari della Polizia Municipale, di provenienza delittuosa.
Gli approfondimenti investigativi condotti dalla Squadra Mobile, e in particolare della sezione diretta dal vice questore aggiunto Giuseppe Giliberti, hanno consentito di accertare che i soprabiti appartenevano ad un vigile urbano (deceduto), la cui abitazione era stata dapprima violata e successivamente occupata da Giovanni Morabito il quale, per farsi spazio nell’appartamento, aveva trasferito i mobili nei locali di Via Esperia 13/a. perquisiti dalla Polizia di Stato.
Le indagini condotte dalla Polizia di Stato con il sapiente coordinamento della locale Procura della Repubblica, hanno permesso di acquisire importanti elementi indiziari in ordine alla disponibilità dei locali di Via Esperia 13, scala A e quindi delle armi clandestine e delle uniformi in essi rinvenute, in capo ai fratelli Morabito, che nella serata di ieri sono stati tratti in arresto e condotti in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Nel corso delle perquisizioni sono state sequestrate 25 cartucce per pistola calibro 7.65 e documenti utili alle indagini.

Da sinistra: Giliberti, Rattà, Rindone, Ciccariello

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