Reggio Calabria. Si è concluso circa un’ora fa l’incontro a palazzo San Giorgio con sindacati a tutela dei lavoratori ex Multiservizi. Ricevute dal Sindaco Giuseppe Falcomatà le delegazioni Cgil, Cisl, Uil e Ugl, si è proceduto a raccogliere le istanze degli stessi una volta maturate le condizioni per esaminare la possibile soluzione tecnico-giuridica ed economica, in un momento particolare come quello che stanno attraversando allo stato attuale i lavoratori della ex società partecipata del Comune di Reggio Calabria.
Ancora oggi e dopo anni, senza tenere conto di proclami e slogan, la situazione di fatto è allo stato preliminare, da Roma infatti si susseguono notizie che non sembrano rassicuranti poiché risulterebbero bloccate dalla legge di stabilità le assunzioni per quelle che dovrebbero essere le costituende in house. L’art. 41 d.l. 66 del 2014, infatti, “impedisce l’assunzione di personale a qualsiasi titolo per le amministrazioni che hanno registrato tempi medi di pagamento superiori ai 90 giorni nel 2014 e 60 giorni a decorrere dal 2015”.
Il condizionale stando a ciò che è emerso appare obbligatorio, perché ci spiegano “sarebbe cosa fatta se solo si procedesse a modificare la legge (ipotesi inserita nel dossier oggetto dell’incontro romano tra Falcomatà e il ministro Delrio di qualche settimana fa) o meglio se si procedesse con l’adozione di un atto normativo straordinario ed urgente, un decreto legge.
L’obiettivo primario – oltre ogni verbale divergenza – è in primis quello di tutelare i lavoratori della società e, nel contempo, mantenere attivi i servizi per i cittadini, su questo punto concordi gli operatori del tavolo tecnico dopo la disamina sulla questione all’ordine del giorno.
Le richieste da parte delle rappresentanze sindacali, non sono diverse dalla volontà dell’amministrazione comunale; i sindacalisti chiedono, infatti, la costituzione delle società in house, per questo motivo il sindaco Falcomatà ha ribadito: “nell’interesse dei 270 lavoratori, delle loro famiglie e dei cittadini che vogliono garantiti i servizi pubblici essenziali, lavoreremo affinché la legge di stabilità venga modificata, la costituzione delle società in house è la nostra priorità”.
Un percorso comune, con proposte fattibili che vuole essere produttivo sì, ma ad oggi difficile è credere o ancor meno aspettare, ma poi aspettare cosa? L’unica soluzione parrebbe senza aiuti da Roma Capitale l’esternalizzazione dei servizi, ossia l’affidamento ad una società esterna e quindi quale futuro per quelle 270 unità in attesa della reintegra sul posto di lavoro? È vero anche che l’ottimismo è il profumo della vita ma al Sindaco i cittadini e ancor prima i lavoratori chiedono spiegazioni e soluzioni concrete. È tempo di chiarezza è tempo di Primavera.
…Ed intanto fuori da palazzo di Città la protesta è tangibile.
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