Quale sarà la vostra idea di mobilità urbana? Dobbiamo aspettarci la chiusura totale del centro storico al traffico?
L’idea principale è di alleggerire il traffico al centro storico. Il centro ormai è un concetto che non può essere ancorato alla nostra vecchia idea di città, anche la zona sud e nord come Sbarre, Gebbione, in una certa misura Pentimele, e Santa Caterina, sono centro perché lo sviluppo urbano è così implementato che non si possono più definire periferie della città. Nell’accezione originaria di centro l’idea di restringere il più possibile il traffico tra la Stazione Centrale e il ponte della Libertà è una priorità. Su questo la prima cosa da fare è rendere operativi gli snodi del ponte della Libertà e di Botteghelle e quindi fare fermare lì i mezzi pesanti e prevedere navette più leggere che si spostino nel centro della città. La seconda cosa da fare è evitare che i mezzi pesanti del carico e scarico merci, come avviene adesso, abbiano un passaggio incontrollato, quindi disciplinarne gli orari ma anche attraverso un nuovo progetto di collegamenti tra le due sponde dello Stretto c’è l’idea di creare un City Logistic anche al porto cittadino in modo da far sì che lo scarico merci arrivi lì, gli autotreni non entrino in città e al centro cittadino viaggino dei mezzi meno invasivi anche sotto il profilo dell’inquinamento ambientale. Questa è la prima idea, favorire in centro storico quei meccanismi di mobilità sostenibile come il bike sharing e il car sharing.
Il tapis roulant rientra nella vostra idea di mobilità alternativa?
Quanto al tapis roulant non possiamo vederlo morire così. Non è una scelta politica ma non è una scelta, nel senso che la manutenzione ordinaria ci costa 70 mila euro l’anno, la manutenzione straordinaria, cioè prevedere il cambio dei nastri ci costa molto di più, oggi è una situazione che va a singhiozzo anche per il poco personale che riesce a occuparsi della struttura, se ne occupava la Multiservizi che oggi fa dei progetti che occupa il personale per diverse ore al giorno. Quindi bisogna pensare a dei metodi di funzionamento così come avviene anche in altre città: mettere a bando la gestione del tapis roulant a società che attraverso la pubblicità poi possano rientrare dell’investimento, questa secondo noi è l’unica idea possibile per non tenere fermo un modo di mobilità alternativa che è importante per la nostra città e che i nostri cittadini si sono abituati a utilizzare, anche perché continuare a tenerlo fermo provocherebbe dei problemi di manutenzione che ad oggi con un utilizzo seppure a singhiozzo non ci sono. E’ del tutto evidente che non possiamo permetterci non solo di tenerlo fermo, ma un obiettivo dev’essere quello di completarlo insieme con il monastero della Visitazione, ci consentirebbe di avere una sorta di linea tra la via Marina e le sue bellezze storico-artistiche e culturali, come anche le Mura Greche e le Terme Romane, e un collegamento che arriva al monastero della Visitazione dove è in previsione la realizzazione del Museo Civico della città e, si pensa, anche lo spostamento della Pinacoteca, ma su questo ci si sta lavorando.
Reggio ha fame di parcheggi, ne vedremo uno multipiano?
Sotto il profilo dei parcheggi verranno realizzati i parcheggi nella zona di piazza Garibaldi, alcuni sono già stati dislocati nella nuova piazza di via Aspromonte intitolata a Gianluca Canonico, ci saranno altri stalli in diramazione Rausei vicino l’ospedale e soprattutto il parcheggio di interscambio tra il Cedir e il palazzo di Giustizia. Questi saranno previsti all’interno dei finanziamenti Cipe.
Ad oggi un parcheggio multipiano non è in previsione, non ce lo siamo trovati come progetto, non ci sono ad oggi valutazioni che ci portano a prevedere, almeno nel centro della città, un parcheggio multipiano. Anche perché portando avanti questo progetto di mobilità alternativa, Sim, si prevede una sorta di anello che gira intorno alla città su monorotaia e che collega dalla stazione centrale fino al ponte della libertà, linea mare, e poi i due snodi principali, Università da un lato e Cedir dall’altro, passando in mezzo. Quindi portando avanti questa idea l’obiettivo è quello di avere sistemi di mobilità alternativa rispetto all’utilizzo dell’autovettura.
E’ vero che la fretta spesso non consente di dare risposte sensate, ma quanto dovremo ancora aspettare prima di vedere una città normale, in cui le buche vengono coperte a regola d’arte e non col solito sistema di un po’ di catrame sistemato con la vanga alla meno peggio, quando si smetterà di asfaltare i tombini che nel resto d’Europa vengono posizionati perfettamente a livello, quand’è che l’acqua della diga del Menta sgorgherà dai rubinetti?
Dobbiamo fare capire a tutti una cosa, che ognuno deve fare il suo dovere, nei posti e nei luoghi in cui è stato messo o dalla cittadinanza o per dovere amministrativo-burocratico. E quindi la prima operazione affinché tutto poi funzioni a dovere è proprio questa. Non a caso ieri è stata completata la riorganizzazione degli uffici e la rotazione dei dirigenti. Non dico che è un cambio epocale, anche se finora non era mai stata fatta. E’ anche prevista dalla legge, ma è una cosa che è la base per partire: la riorganizzazione degli uffici, la riorganizzazione della pianta organica, spacchettare delle situazioni che in un modo o nell’altro avevano creato una sorta di abitudine e di assuefazione, ruotando anche i dirigenti e dandogli anche la possibilità di cimentarsi con settori diversi rispetto a quelli con cui si sono cimentati fino adesso, smembrare alcuni settori e quindi alleggerire l’attività dei funzionari e dei dirigenti del nostro Comune, è la precondizione per poi fare ripartire e fare funzionare i servizi.
Sarà un cambio totale di persone, soprattutto di persone. Gli uffici avranno alcuni accorgimenti nel senso che alcuni settori che prima erano insieme adesso saranno separati. Ad oggi la programmazione economica e finanziaria è insieme a quella dei tributi, nella riorganizzazione invece saranno due settori differenti. Lavori pubblici, sostanzialmente il settore come competenze non vedrà grossi stravolgimenti.
Quando dico che ognuno deve fare la sua parte e deve fare il suo dovere per rispetto del luogo in cui lavora, a prescindere dal tipo di lavoro, che sia politico o amministrativo, significa che, a proposito di strade, noi abbiamo trovato per la manutenzione ordinaria delle strade 200 mila euro. Tradotto in chilometri, per scarificare il vecchio asfalto, rifare il nuovo tappeto di bitume e la segnaletica orizzontale, insomma per fare le strade a regola d’arte, abbiamo trovato questi fondi che equivalgono a una strada che va da piazza indipendenza alla villa comunale. Quindi martedì dovrebbero partire i lavori per la via marina. Ovviamente non può bastare. Quindi siamo andati a spulciare per capire se magari qualcuno si è distratto e non ha visto se c’erano altri soldi destinati alla manutenzione ordinaria, oppure per industriarsi e capire come fare a racimolare qualche somma in più. Siamo riusciti a farlo in due modi: andando a trovare una voce di bilancio che prevedeva oltre 600 mila euro per la manutenzione ordinaria, sono sempre pochi, ce ne vorrebbero diversi milioni per rifare tutte le strade in città, però comunque intanto iniziamo ad avere un minimo di prospettiva e di programmazione. Un conto è sapere di potere fare una sola strada, e faccio una scelta in base al maggiore flusso di traffico nelle strade cittadine, un conto è che ne riesco a fare due-tre-quattro, ho una possibilità maggiore di programmare e quindi di scelta. Altra “strada” che stiamo percorrendo è quella dei residui dei muti. Se per fare una piazza vengono stanziati mille euro e poi con le economie dell’appalto residuano 200 euro da quel mutuo, siccome noi comunque abbiamo pagato la cassa depositi e prestiti per un mutuo da mille euro, possiamo destinare quei 200 euro ad altra cosa. Si fa un’operazione aritmetica, e da tutti questi residui di mutui, ne abbiamo trovati diversi con residui che vanno da 132 euro a diverse migliaia, è chiaro che possiamo destinarli alla manutenzione delle strade, perché è anche un problema di sicurezza.