Reggio Calabria. Il Tribunale di Reggio Calabria, presidente Matteo Fiorentini, ha condannato entrambi gli imputati dello stralcio del processo Tattoo, scaturito dall’omonima operazione condotta dalla Squadra mobile reggina nel novembre 2013 con l’arresto di cinque persone accusate a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, favoreggiamento e ricettazione, delitti aggravati dalla finalità di agevolare le attività delle associazioni mafiose. Nel mirino della Polizia, ancora una volta, la cosca di ‘ndrangheta Zindato-Borghetto-Caridi, operante in alcuni quartieri della zona sud di Reggio Calabria, cosca già colpita dalle operazioni Alta tensione 1 e 2, San Giorgio e Cartaruga. Con l’operazione Tattoo gli investigatori avevano fatto luce sul sistema estorsivo della cosca. Demetrio Sonsogno di 46 anni, detto “Mico Tattoo” e da cui l’indagine ha preso il nome, considerato il presunto reggente della cosca, è stato condannato a 17 anni e 6 mesi. Antonino Labate di 38 anni, difeso dall’avv. Lorenzo Gatto, è stato condannato a 4 anni e 4 mesi. Per quest’ultimo, il pm Stefano Musolino aveva chiesto l’assoluzione dall’accusa di associazione mafiosa invocando una condanna di 6 anni per gli altri reati contestati. Per Sonsogno, difeso dagli avvocati Giancarlo Murolo e Gianfranco Giunta, l’accusa invece aveva invocato una condanna a 22 anni di reclusione.
Fabio Papalia