Reggio Calabria. I dati dell’associazione: dal 2010 al 2015 i finanziamenti alle imprese sono scesi di oltre il 4% da 845 a 809 miliardi; le rate non rimborsate sono schizzate da 48 a 150 miliardi. Il Presidente Unimpresa Calabria Pratticò: “Il risiko dia slancio al credito” “Il riassetto a cui va incontro l’industria bancaria italiana deve rappresentare un momento di svolta per il rapporti tra istituti di credito e imprese. Dal cosiddetto risiko, ormai alle porte, ci aspettiamo netti miglioramenti delle banche, tali da poter ridare slancio al credito, i cui rubinetti sono chiusi da anni e che negli ultimi mesi sono stati riaperti, ma solo col contagocce”. Lo dichiara il Presidente di Unimpresa Calabria, Giuseppe Pratticò, commentando le indiscrezioni di stampa secondo cui le banche del Paese, a cominciare dalle popolari, stanno per entrare in una fase di riassetto complesso. “Il nostro auspicio – aggiunge Pratticò – è che le eventuali fusioni e aggregazioni non siano mosse o condizionate da interessi e giochi di potere, ma siano finalizzate a razionalizzare i costi e a rendere più efficiente l’industria del credito”.
Secondo i dati del Centro studi di Unimpresa, negli ultimi cinque anni i finanziamenti alle imprese sono diminuiti di 36,2 miliardi (-4,28%): da marzo 2010 a marzo 2015 gli impieghi destinati alle aziende sono passati da 845,9 miliardi a 809,7 miliardi. Sono diminuiti i finanziamenti di tutti i tipi di durata: quelli a breve termine (fino a 1 anno) sono scesi di 16,7 miliardi da 316,7 miliardi a 300 miliardi (-5,28%); quelli a media scadenza (fino a 5 anni) sono calati di 10,7 miliardi da 143,9 miliardi a 133,1 miliardi (-7,49%); quelli di lungo periodo (oltre 5 anni) sono diminuiti di 8,7 miliardi da 385,3 miliardi a 376,6 miliardi (-2,26%). Nel frattempo sono schizzate le sofferenze: le rate di prestiti non rimborsate dalle aziende sono aumentate complessivamente di 101,5 miliardi (+207,74%) da 48,8 miliardi a 150,3 miliardi. Sono cresciute sia le sofferenze delle imprese non finanziarie di 93,2 miliardi da 41,7 miliardi a 134,9 miliardi (+223,54%) sia le sofferenze delle aziende familiari di 8,2 miliardi da 7,1 miliardi a 15,4 miliardi (+115,65%).
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