Reggio Calabria. Si aggrava la situazione ambientale nella zona in cui ricade il centro Polifunzionale nel quartiere di Tremulini. Una struttura abbandonata da tanti anni che, nel corso del tempo, è diventata terra di facile conquista per molti senza tetto e non solo.
Edifici sventrati giacenti a pochi metri da alcuni plessi scolastici presentano i segni dell’incuria e dell’abbandono in maniera sempre più evidente. Scheletri di cemento ormai aperti a tutti grazie anche al cedimento in quasi la totalità del perimetro dell’area delle reti.
Oggi invece la condizione di abbandono in cui versa il centro (in cui risultano sepolti reperti archeologici dai liquami di una fogna sempre attiva e dalle erbacce cresciute ad altezza d’albero) rispetto al passato appare in uno stato di evidente criticità igienico ambientale.
Oltre alle erbacce e al riversarsi di fiumi di fogna, nel luogo è possibile notare una quantità impressionante di scarti. Materassi, cassette di legno ed in plastica, di quelle usate per la frutta nel mercatino giornaliero che si svolge a pochi passi nella centrale Piazza del Popolo, frutta sfatta, resti di nauseabondo pesce marcio, buste di spazzatura ormai aperte che hanno rilasciato il loro contenuto sulla strada, cassonetti ribaltati.
Una discarica a cielo aperto, un immondezzaio che offre ai soliti incivili la possibilità di gettarvi dentro ogni sorta di materiale.
Una zona da evitare per il puzzo insopportabile insistente ma anche e soprattutto nelle ore serali quando all’interno degli immobili sventrati si muovono nelle numerose stanze, favorite dal buio pesto, losche figure, come dimostrano gli indumenti lasciati fuori ad asciugare da mani anonime.
Una vasta area che avrebbe dovuto accogliere uffici e servire alla popolazione non solo del luogo, che invece si apre a uno scenario che evidenzia una forte pericolosità sanitaria non più sostenibile in particolar modo per chi risiede nelle vicinanze.
Uno spazio in attesa di una riqualificazione definitiva in cui intervenire almeno con lavori di recinzione e necessarie operazioni di smaltimento del putrido materiale depositato per arginare il dilagante e crescente accumulo di rifiuti in cui pascolano liberamente grossi topi alla ricerca per nulla difficile dell’immancabile nutrimento giornaliero.
Guglielmo Rizzica