Cafè de Paris. Restituito il patrimonio a Damiano Villari: non era prestanome di Vincenzo Alvaro

Cafè de Paris

Reggio Calabria. Con decreto depositato ieri, 27 maggio, la Corte di appello di Reggio Calabria, sezione misure di prevenzione, in riforma del decreto emesso dal Tribunale di Reggio Calabria il 15 luglio 2011, ha disposto il dissequestro e la restituzione agli aventi diritto, tra i quali Damiano Villari e Maria Eufemia Billè, difesi dagli avvocati Nico D’Ascola, Ettore Squillaci e Nunzia De Ceglia, di 53 beni già sottoposti a sequestro e ritenuti di illecita provenienza.
Si tratta di beni mobili, immobili, conti correnti, polizze assicurative e quote sociali che secondo l’accusa sarebbero stati nella esclusiva disponibilità di Vincenzo Alvaro, ma rispetto ai quali la Corte di appello ha invece riscontrato ampi ed autonomi poteri gestori in capo al Villari, che ne è stato dunque ritenuto il legittimo proprietario. Tra i beni in questione figurano anche le quote del capitale sociale della Cafè de Paris s.r.l., facente capo allo storico ed omonimo locale della “dolce vita” romana ubicato in via Veneto, nella Capitale.
Viene sconfessata, dunque, l’ipotesi accusatoria sulla base della quale era stato disposto in primo grado il sequestro dell’intero patrimonio di Damiano Villari e della coniuge Maria Eufemia Billè, la cui imponente affermazione imprenditoriale era stata considerata frutto di cointeressenze illecite con la ‘ndrangheta.

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