Reggio Calabria. Da oggi parte una nuova rubrica dedicata alla “medicina“. Il primo contributo è del dr. Bruno Falcomatà, volto noto del Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti, dove esercita la professione di “medico in prima linea” da circa dieci anni. Laureatosi a Messina, ha conseguito a Catanzaro la specializzazione in Geriatria. Di recente, discutendo la tesi dal titolo “Blefaroplastica e le tecniche chirurgiche ancillari”, ha conseguito con la votazione di 10 e lode il master universitario di II livello in “Chirurgia plastica estetica del distretto facciale”, organizzato dall’Università di Roma Tor Vergata, direttore prof. Valerio Cervelli e coordinatore Dr. Michele Pascali.
Il lifting del viso
Il lifting del viso è un intervento che si effettua per trattare il volto invecchiato e che utilizza un insieme di tecniche in grado di ringiovanire la fronte, la faccia e il collo.
Spesso procedimenti descritti come meno invasivi, vengono eccessivamente sopravvalutati, senza che riescano a risolvere il problema in maniera efficace.
L’invecchiamento è un processo globale che coinvolge tutti i tessuti, dai più superficiali ai più profondi ed è quindi necessario farsi indicare il giusto tipo di intervento in ogni singolo caso specifico.
Una eccessiva esposizione ai raggi solari, ad esempio, produce un tipo di invecchiamento, che necessita di procedimenti che agiscono sulla pelle, quali il peeling, la dermoabrasione, il laser. Ma insistere a tutti i costi con tali procedimenti, perché ritenuti meno aggressivi, su un viso con perdita di struttura profonda, costituirebbe solo una perdita di tempo e soldi: semplificando, non si può pensare di agire esclusivamente sulla pelle e risolvere problemi come il doppio mento, l’accumulo della pelle al livello delle palpebre o la perdita del contorno del viso. Queste infatti, sono situazioni in cui bisogna agire anche sulle strutture profonde, mentre i procedimenti che agiscono solo sulla pelle non risolvono efficacemente il problema.
Nei casi di perdita di struttura a livello dei tessuti profondi, le iniezioni di filler e l’utilizzo del laser possono solo servire a corredo di un procedimento chirurgico già eseguito. Ecco perché tali procedimenti sono denominati “ancillari” cioè complementari a un intervento chirurgico e non dovrebbero essere considerati trattamenti efficaci se isolati.
La maggior parte dei pazienti che si sottopongono a questo procedimento ha un’età media di circa 45-50 anni.
Di fatto, con l’evoluzione delle tecniche chirurgiche, la possibilità di eseguire l’intervento in un periodo più precoce, garantisce sicuramente un risultato migliore e più duraturo nel tempo.
Questo intervento deve essere considerato come un insieme di tecniche scelte e messe insieme per il singolo paziente, estremamente personalizzato, che ha lo scopo di ringiovanire e riequilibrare il viso.

Dr. Bruno Falcomatà
Medico Chirurgo
Specialista in Geriatria
Diploma di master in chirurgia plastica
ed estetica del distretto facciale
dr.bruno.falcomata@gmail.com
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Il dr. Falcomatà è disponibile a rispondere alle domande dei lettori che perverranno al suo indirizzo email dr.buno.falcomata@gmail.com *.