Reggio Calabria. Ecco perché alcuni politici erano sempre prodighi nell’offrire una tazza di caffè al bar, si facevano rimborsare anche l’espresso. Viaggi vacanza all’estero, multe, televisore per la casa. Così venivano spesi i fondi che la Regione Calabria elargiva ai gruppi politici del Consiglio Regionale e che sono finiti nel mirino della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, che ha coordinato l’indagine della Guardia di Finanza
sfociata oggi nell’esecuzione di 27 sequestri per molti ex consiglieri regionali. Il periodo delle indagini abbraccia il triennio 2010, 2011 e 2012 per tutti i gruppi consiliari, tranne che per i gruppi di Forza Italia e Alleanza Nazionale, nel loro caso sono stati esaminati anche gli anni ricompresi dal 2007 al 2010.
Il procuratore aggiunto Gaetano Paci, che ha ereditato l’indagine dal collega Ottavio Sferlazza, che recentemente ha lasciato la Procura di Reggio per assumere il ruolo di procuratore capo della Procura di Palmi, ha illustrato alcuni dettagli sull’indagine nel corso della conferenza stampa tenuta oggi insieme al procuratore capo Federico Cafiero De Raho.
“Si è accertato – ha spiegato Paci – che i flussi finanziari destinati ai gruppi, che si compongono per una parte fissa destinata a tutti i gruppi e per una parte variabile in ragione della consistenza dello stesso gruppo, sono stati utilizzati e gestiti nella stragrande maggioranza dei casi proprio in violazione di quelle stesse disposizioni che l’assemblea legislativa calabrese si era data”.
Le indagini hanno accertato non solo incongruità o la non coerenza delle spese rispetto agli scopi istituzionali per cui i contributi vengono annualmente erogati, ma altresì in molti casi anche la inesistenza delle spese.
“Nel primo caso – ha chiarito Paci – ad esempio ci sono state spese finalizzate per pagamenti di tarsu, viaggi all’estero, tantissimo materiale informatico come iphone, ipad e computer e televisori, perfino la stampa di volantini elettorali (assolutamente vietata proprio dalla legislazione regionale che prevede divieto assoluto di impiegare i soldi destinati ai fondi per sostenere le spese del partito), il pagamento di utenze per abitazioni private, il pagamento di violazioni al codice della strada, regali natalizi, materiale edile destinato a ristrutturazioni di abitazioni private, fino al gratta e vinci”. Oltre a queste, poi, risultano anche spese mai sostenute. Come il contributo dato a un’associazione per finanziare una manifestazione in realtà mai avvenuta. E mentre i calabresi si arrabattavano con gli aumenti del ticket sanitario, qualcuno dei consiglieri regionali indagati si faceva rimborsare anche le medicine.
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