Reggio Calabria. Giuseppe Panuccio, di 53 anni, si è suicidato nel carcere di Arghillà. Erano le 14,30 di domenica pomeriggio quando l’uomo, all’interno del parcheggio del supermercato Quiiper di Piazza della Libertà, esplose 9 colpi di fucile da caccia caricato a pallettoni contro la famiglia di suo fratello, che ancora stava caricando la spesa sulla propria utilitaria. Sul sedile di guida della Fiat Seicento restò il corpo senza vita di Guido Panuccio, stimato professionista 38enne. Sua moglie, Cinzia Teresa Richichi di 37 anni, morì poco dopo in ospedale. La donna, che sedeva sul sedile passeggero, tentò invano di fare da scudo col suo corpo alla figlioletta, Olga di appena 4 anni. La piccola, raggiunta ugualmente dal piombo che le perforò un polmone e le incrinò le costole, morì dopo due giorni di agonia. (Nella foto la famiglia Panuccio, Guido, Cinzia e Olga)
Un’ora dopo la strage, accompagnato dal proprio avvocato, Giuseppe Panuccio si costituì agli investigatori della squadra mobile. Secondo gli investigatori alla base della strage vi sarebbero stati motivi patrimoniali e familiari. I due fratelli, rampolli di una famiglia molto conosciuta in città, gestivano il consistente patrimonio ricevuto in eredità e per tale motivo tra i due erano sorti contrasti già da tempo. Nell’ottobre 2012 era divenuta definitiva la condanna di Giuseppe Panuccio alla pena dell’ergastolo.
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