Saline Joniche. Sembrava la Bay Area di San Francisco e invece era la provincia di Reggio Calabria. Due palchi in riva al mare, magliette dei Ramones, della Pfm e degli Iron Maiden che superavano per numero quelle di marche in voga in città, clima festoso e costumi da bagno fra note rock e dei suoi più disparati generi derivati. Una giornata metereologicamente splendida quella del 25 luglio (anche per la piacevole brezza che ha accompagnato le di solito “afose” ore centrali del pomeriggio) ha fatto da cornice al Mad Fest, evento organizzato da (L)imitazione.
A ospitare la kermesse è il Lido La Cruz di Saline Joniche, dove due palchi hanno trovato posto, il più piccolo, in spiaggia, mentre l’altro, quello dove si esibiranno le band della serata, nella zona vicina al bar. Un grande lavoro per i ragazzi del collettivo che hanno lavorato incessantemente per due intere giornate per poterli allestire, e per mettere la ciliegina sulla torta all’intero lavoro svolto durante l’anno, quest’ultimo ben rappresentato dalla galleria fotografica creata dalla fotografa Giovanna Catalano.
Il bill è d’eccezione, in entrambi i palchi. Dalle 17 nel palco in spiaggia si sono esibite molte band reggine, dal grunge-stoner dei BlueStones al folk di Francesco Stilo Cagliostro, passando per la musica electro-ambient degli Amood Project al rock sperimentale dei LaBrain, per finire con il rock scanzonato dei Biodegradabdrs e delle ragazze delle Drunklit.
La sera invece, di fronte a una bella cornice di pubblico ( circa 400 le persone accorse), sul palco grande hanno trovato spazio i gruppi venuti da fuori città: i cosentini LaFine, i siracusani DuppyRockers e le due band romane LeSigarette!!! e Kutso.
Anche in questo caso generi più variegati, da un lato i due gruppi capitolini che offriranno il loro punk\rock irriverente e scanzonato, dall’altra la proposta reggae dei siciliani e quella post-rock\scream del trio calabro.
Ad aprire le danze proprio questi ultimi, che hanno proposto brani dei loro vecchi e nuovi lavori, passando da “La nosta vita fra mille morti“e “Cemento” a “Ilaria” e “Perchè la gente nasce“, mettendo in moto il pubblico che adesso comincia davvero ad affluire copioso.
A seguire LeSigarette, il duo romano che dà spettacolo anche con diversi siparietti fuori-programma, facendo scaturire le loro doppie qualità di musicisti e intrattenitori, convincendo la platea sia con le pungenti, fra le altre, “Funambolo” e “Aprire la mente” che con le abilità “da palcoscenico” di Jacopo e Lorenzo.
Clima rovente per i Duppy Rockers, in tanti si sono riversati infatti sotto il palco per poter ballare il reggae della band siciliana, che si presente al pubblico con brani del proprio repertorio e rivisitazioni di classici in salsa reggae-muffin. Molto convincenti ed appassionanti, gli otto ragazzi siracusani si ritirano fra gli applausi e le richieste di “bis” da parte del pubblico.
E’ giunto il momento quindi delle “guests star” della serata, quei Kutso ( la cui è pronuncia è esattamente quella che i più anglofoni di voi stanno pensando) che in passato hanno calcato palchi importanti come il Festival di SanRemo e quello di Piazza san Giovanni di Roma per il Concerto del primo maggio.
Lo spettacolo messo in mostra dalla band, movimentato dal frontman Matteo Gabbianelli che non disdegna anche di coinvolgere il pubblico in improvvisate “collaborazioni”, è un susseguirsi di pezzi dal tono molto punk e ironico che invitano al “pogo” i più movimentati fra il pubblico, specialmente i brani più “veloci” come “Questa società“, “Io rosico“, “Tre anni” e “Via dal Mondo“, lasciando spazio anche al lavoro presentato a San Remo (“Elisa“) e a canzoni più “di denuncia” come ” 3 anni“, “Callcenter” e “Aiutatemi“.
Il pubblico è coinvolto ed appassionato, lo show si chiude fra gli applausi della platea.
Senza dubbio un successo per il collettivo (L)imitazione, che aveva come obiettivo proprio quello di creare un clima di festa per poter suggellare un anno di sacrifici e passione. Dicono Giuseppe Porcino e Alessandro Palmisano, due degli organizzatori : “Oggi è un primo passo verso un più grande percorso, come musicista ho avuto una grande opportunità per potermi confrontare con tanta gente, aiutando a modo mio a creare una vera e propria scena in città. Si è creato un contatto fra i gruppi per condividere palchi, idee e esperienze. Finalmente i concerti piu’ “alternativi” non sono spettacolo per 30-40 persone, molta più gente si sta avvicinando a questo genere di musica e tutto traspare dai dati delle presenze che i nostri eventi hanno avuto. Tre parole per descrivere questo percorso? Bello, costruttivo e divertente”.
Aggiunge Alessandro: “Molte persone con idee comuni hanno deciso di dover dar sfogo a un esigenza, quella di avere nella nostra città una vera identità di scena indipendente. Non dico che sia stato facile, all’inizio infatti il nome di Reggio per molte band era associato a cachet non pagati, eventi poco organizzati e vari problemi, il nostro obiettivo è quello di avere sempre più un nome da “vendere” per le realtà di fuori e di riportare Reggio ad essere un luogo importante per la cultura musicale”.
William D’Alessandro