Reggio Calabria. Questa mattina il presidente del Tribunale di Reggio Calabria, Luciano Gerardis, ha presentato il Protocollo d’intesa per la gestione dei beni sequestrati e confiscati. La presentazione è avvenuta al Cedir, insieme al sindaco Giuseppe Falcomatà e al direttore dell’Agenzia di Reggio Calabria, Matilde Pirrera.
Gli attori principali del protocollo sono il Tribunale di Reggio Calabria, l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, il Comune di Reggio Calabria e Libera Associazione Antimafia, che hanno dato vita a un tavolo tecnico. Si tratta però, come è stato più volte sottolineato, di un protocollo aperto a tutte quelle associazioni che vogliono starci. I motivi per voler partecipare al tavolo tecnico sono molteplici, tranne quelli reconditi. Il presidente del Tribunale, infatti ha voluto espressamente sgombrare il campo da ogni dubbio o incomprensione, la partecipazione al tavolo tecnico non dà alcun diritto o prelazione all’assegnazione dei beni. Lo scopo del protocollo e del relativo tavolo tecnico, infatti, è innanzitutto quello di creare un migliore coordinamento dei soggetti istituzionali coinvolti nel processo di assegnazione, ciascuno dei quali mantiene la propria autonomia e soprattutto le proprie prerogative che la legge gli assegna. Un’attività di coordinamento, quindi, che serve a snellire e ridurre i tempi della burocrazia. In secondo luogo, non meno importante è lo scopo divulgativo. “Informare l’opinione pubblica – ha spiegato Gerardis – soprattutto le fasce sociali più deboli, di una opportunità che viene offerta per l’utilizzazione dei beni anche a fini sociali. Del resto la presidente della Sezione Misure di Prevenzione mi ha segnalato che non abbiamo mai state rigettato istanze in questo senso”.
“Mai – ha ribadito Gerardis – il tavolo tecnico potrebbe interferire in concreto sulle assegnazioni. Si tratta di una competenza specifica che la legge attribuisce alla Sezione Misure di Prevenzione. E infatti, proprio per evitare confusioni di ruoli, anche i soggetti restano diversi e distinti: mentre il protocollo porta la firma del presidente del Tribunale ed è gestito dal presidente del Tribunale, la Sezione Misure di Prevenzione è un organismo a se stante, che interviene e decide in assoluta autonomia e indipendenza”.
All’incontro erano presenti anche la consigliera di parità della Provincia di Reggio Calabria, Daniela De Blasio, il sindaco di Villa San Giovanni, Antonio Messina, e rappresentanti del mondo dell’associazionismo, come Reggio Non Tace e l’architetto Consuelo Nava.
“E’ l’ennesima riprova – ha commentato il sindaco Falcomatà – di come le istituzioni, quando dialogano, possono portare a risultati concreti. E’ un protocollo che anticipa l’assegnazione dei beni già dalla fase del sequestro, ovviamente ciò avviene di concerto col Tribunale, sappiamo bene che la legge sull’assegnazione dei beni confiscati dà al Comune la possibilità di un utilizzo sociale dei beni stessi, non c’era nessuna legge sull’assegnazione dei beni sequestrati. Questo protocollo d’intesa realizzato in sinergia tra il Comune e il Tribunale e aperto a tutte le associazioni che vorranno aderire, ci dà la possibilità di evitare che questi beni, fino all’arrivo della confisca definitiva o di primo grado, possano deteriorarsi e perdere anche di valore”. “E’ un bel segnale – ha proseguito il sindaco – è la volontà specifica di trasformare un record, quello insieme a Palermo e alla Sicilia di Comune e Regione con il maggior numero di beni sequestrati e confiscati alla criminalità, trasformarlo da negativo in positivo e far nascere la legalità su beni che invece sono frutto di proventi criminosi. E’ anche una forma di allargamento e contaminazione a tutte le intelligente della società, a chi ha una propria idea, una propria intuizione, e la vuole mettere al servizio della collettività. Questo serve anche a fare avvicinare quelle persone che hanno meno esperienza sul tema della progettazione relativa ai beni confiscati e grazie al protocollo d’intesa e a questo tavolo tecnico possono avere le maggiori delucidazioni del caso”.