Reggio Calabria. “Le promesse d’agosto sono ormai una costante del premier Matteo Renzi e del suo Governo. Promesse che abortiscono con l’equinozio d’autunno. E’ già successo con la ‘cabina di regia’ e ci apprestiamo ad assistere, impotenti e delusi, all’interruzione delle speranze sull’annunciato piano per lo sviluppo del Mezzogiorno e sulla promessa delle ‘frecce rosse’ fino a Reggio Calabria. Non siamo più disposti ad essere trattati come sudditi e ci richiamiamo a don Lorenzo Milani, a quel senso di disobbedienza presente nelle nostre coscienze di cristiani che ci autorizzano a lottare contro le ingiustizie di una classe politica e governativa sempre più lontana dai reali bisogni dei cittadini di questa parte geografica del Paese”. E’ questo l’incipit di una riflessione ferragostana di Giuseppe Raffa, presidente della Provincia di Reggio Calabria. “Le nostre rivendicazioni – dice Raffa- non sono assolutamente un piagnisteo, ma un grido d’allarme, perché il rischio di coesione sociale ha superato il livello di guardia, come, di recente, hanno evidenziato i dati Svimez. Da Roma è facile parlare, twittare, presumere di fare analisi obiettive sui bisogni del territorio. Un mappa aggiornata della situazione può e deve essere fatta solo con il contributo degli amministratori locali: innanzitutto dai sindaci, costretti a combattere una guerra di trincea per garantire i servizi pubblici sempre più precari a causa dei tagli ai trasferimenti statali”. La riflessione del Presidente della Provincia reggina così prosegue: “Gli ultimi annunci di Matteo Renzi sulla Calabria, meno di 24 ore dopo, sono stati annacquati dal ministro Delrio. Ed allora, diventa difficile credere che ‘questa sia la volta buona’ per il varo di un efficace piano di rilancio di questa terra che, intanto, deve fare i conti con i recenti danni del maltempo. Oggi, più che in passato, diciamo no all’assistenzialismo, sempre presente quando i progetti vengono calati dall’alto: come per l’industrializzazione che ha registrato grande spreco di risorse pubbliche per la costruzione di cattedrali nel deserto. Da tempo sottoponiamo al Governo alcune soluzioni che, da subito, potrebbero avviare un’inversione di tendenza rispetto all’attuale situazione di sottosviluppo: la Zes e il porto di Gioia Tauro, ma non solo. Niente risposte. Rivendicare scelte condivise è un diritto di chi governa il territorio. E noi, per il ruolo istituzionale che svolgiamo, se interpellati, siamo disponibili a fornire tutte le conoscenze acquisite rispetto ai bisogni e alle aspettative dei cittadini”. Giuseppe Raffa termina: “Se al Governo centrale chiediamo un’inversione di tendenza rispetto al passato, dalla classe politica regionale pretendiamo un vero e proprio cambio di passo. Anziché sprecare tempo per prendersi la rivincita sulle tesi lombrosiane (con spreco di risorse anche per le trasferte in Piemonte), i nostri consiglieri regionali farebbero bene ad impegnarsi per agevolare il rientro in Calabria di quelle intelligenze, soprattutto giovanili, costrette a lasciare la nostra terra e che, ancora oggi, contribuiscono allo sviluppo sociale, economico e culturale di altre realtà territoriali italiane o estere”.
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