Pisa. Operazione Morgeto: Guardia di Finanza sequestra beni a esponente clan Facchineri

Pisa. I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria del Comando Provinciale di Pisa, in data odierna, hanno eseguito una ordinanza di sequestro e confisca ex art. 12 sexies emessa dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria. L’esecuzione della misura ablativa è intervenuta a compendio di una pregressa condanna definitiva a 5 anni e 4 mesi a carico di uno dei componenti del clan, attualmente detenuto. A seguito di tale condanna, per estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso (per fatti commessi a Giffone, nel reggino, nel 2009) e su specifica delega della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Pisa, avendo ravvisato la sussistenza dei presupposti normativi che consentono l’avvio del procedimento di prevenzione patrimoniale di cui all’art. 12 sexies del D.L 8 giugno 1992, n. 306, un peculiare istituto giuridico che consente una più rapida ed efficace aggressione dei patrimoni illeciti, hanno avviato approfonditi accertamenti volti ad acquisire ulteriori elementi atti a dimostrare la disponibilità di beni dal valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati o all’attività economica esercitata, ovvero che costituissero il frutto delle attività illecite perpetrate.
All’esito delle indagini, dalle quali è emersa la riconducibilità in capo ad un soggetto residente in provincia di Pisa, ed appartenente alla citata “ndrina” dei Facchineri, di un consistente quanto ingiustificato patrimonio composto da unità immobiliari ed autoveicoli, frutto delle illecite condotte poste in essere dall’associazione, la Procura Generale presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, ha avanzato alla Corte d’Appello una proposta di applicazione della misura patrimoniale, del sequestro finalizzato alla confisca, del relativo patrimonio, quantificato in circa 250.000 euro. La citata Corte d’Appello, condividendo la proposta formulata ed apprezzandone l’urgenza, ha emesso un Decreto di Sequestro preventivo e confisca dei beni, delegando il Nucleo di Polizia Tributaria di Pisa che ha dato esecuzione al provvedimento procedendo al sequestro e confisca di immobili situati nella campagna pisana, di un autoveicolo Fiat e quote di un terreno. Nell’accogliere la proposta di sequestro, la Corte d’Appello, ha motivato il provvedimento sottolineando, da un lato la forte sproporzione tra i redditi dichiarati e il valore dei beni acquisiti, dall’altro il periculum in mora, ossia la possibilità che il condannato o terzi compiano atti di disposizione dei beni, finalizzati a sottrarre gli stessi alla definitiva misura di sicurezza patrimoniale.

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