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L’intervista. Nuovo sindacato di Polizia MP: “Un movimento al servizio dei poliziotti e dei loro familiari”

by newz
10 Settembre 2015
in Città, Primo Piano, Testata
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Doccia fredda per gli uomini del XII Reparto Mobile: la denuncia del Sindacato Movimento Poliziotti
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di Fabio Papalia

Reggio Calabria. E’ nato il primo aprile, ma non per gioco, e negli ultimi tre mesi è cresciuto di oltre 1800 iscritti. E’ un nuovo sindacato di polizia che ha preso il nome di “Movimento poliziotti democratici e riformisti”. Conosciuto semplicemente come “MP” tra gli addetti ai lavori, è un sindacato confederato con la Uil Polizia. Abbiamo incontrato Raffaele Serranò, segretario generale regionale per la Calabria, e Alessandro Ramundo, segretario provinciale aggiunto di Reggio Calabria, per comprendere la mission e gli obiettivi del nuovo sindacato.

La spending review ha divorato lo Squalo della Squadra Nautica

“Arghillà è un posto fisso fantasma  …  In elenco chiusura la polizia di frontiera al Porto di Gioia Tauro”

Il vostro sindacato fa parte di una federazione. Che rapporto c’è con la UIL?
Siamo confederati con l’Unione italiana lavoratori, condividiamo molti aspetti e molti ideali con questo sindacato, siamo una costola della Uil perché abbiamo già militato in passato col sindacato Uil Polizia, fornendo assistenza oltre che alla categoria della polizia anche ai familiari dei poliziotti. Cerchiamo di compattare la grande famiglia dei lavoratori di polizia, insieme ai propri cari. Abbiamo un ottimo rapporto con il segretario Uil di Reggio Calabria, Pino Zito, al quale mi sento particolarmente legato – sottolinea Serranò – anche a livello affettivo perché mi ha insegnato tanto nel campo sindacale, e siamo lieti di poter lavorare con gente giovane come il segretario regionale Santo Biondo, che si è sempre battuto per i diritti degli associati e non ed ha evidenziato la necessità di improntare l’attività del mandato sulla scia del solco già tracciato dalla precedente sigla sindacale dello Spir.

A differenza di altri sindacati questo nella propria denominazione si rifà al “movimento”. Che cosa vuol dire MP?
MP esce dai vecchi canoni dei sindacati tradizionali. Quasi sempre alla fine tutti i problemi che vengono presentati come di routine poi non vengono affrontati con la giusta importanza o si arenano e cadono nel dimenticatoio. Noi siamo un movimento che intende prendere a cuore ogni tipo di problematica rilevante che abbraccia la collettività della categoria e andiamo dritti alla risoluzione concreta del problema, non ci accontentiamo di false promesse o di mezze soluzioni. Ci distinguiamo perché siamo un gruppo giovane e dinamico, che si basa molto sulla comunicazione con i colleghi, ci interfacciamo bene, siamo anche sui social network. Abbiamo realizzato un sito web su scala nazionale grazie al quale l’operatore di polizia può attingere a molte informazioni inerenti l’attività sindacale, il sito viene aggiornato continuamente, teniamo alto il livello di attenzione sia da parte di chi ci segue che di chi deve risolvere i problemi.

Tutti i sindacati vogliono risolvere i problemi della propria categoria, in cosa differisce MP?
Il nostro è un approccio diverso e più moderno. Laddove notiamo che si cerca di far perdere l’interesse sul problema noi insistiamo, facendoci notare in modo evidente, portando a conoscenza dei problemi gli organi di stampa i social network. Beninteso, MP non è un sindacato ad personam, non è basato su interessi personali dei rappresentanti bensì un sindacato messo a disposizione dell’intera categoria. Siamo giovani e non inclini a scendere a compromessi di nessuna natura, cerchiamo nel massimo rispetto della legalità e trasparenza di confrontarci con l’amministrazione e con gli operatori di polizia sul territorio italiano. Vogliamo ripristinare una buona comunicazione tra istituzioni e società civile.

Quali sono le principali rivendicazioni dei poliziotti italiani?
I problemi che riguardano gli operatori di polizia sono parecchie, il nostro segretario generale Antonino Alletto si sta battendo molto, ad esempio, in tema di blocco contrattuale, ancora percepiamo stipendi bloccati al 2010, con un contratto scaduto dal 2009. Non è bello che un’amministrazione come la Polizia di Stato lavori in modo non regolare. Dovremmo dare l’esempio ai cittadini italiani e siamo i primi a non essere in regola, così come non lo siamo sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, abbiamo uffici fatiscenti, impianti elettrici volanti, bagni inutilizzabili, mezzi di servizio obsoleti, in cattive condizioni sia a livello di sicurezza che di prestazioni. Automezzi con oltre 250 mila chilometri percorsi, dovrebbe essere garantita la nostra sicurezza affinché noi possiamo garantire quella dei cittadini. Più volte ad esempio abbiamo denunciato disagi che coinvolgono i colleghi dei reparti mobili. Nella continua emergenza sono loro i primi a venire a contatto con i protestanti.
Vi sono problemi che si accompagnano da tempo sulla bocca di diversi sindacalisti ma si continua a lavorare così. Il nostro sindacato ha un progetto per rimodulare la legge 121/81 ossia il nuovo ordinamento della Polizia che ha operato la smilitarizzazione. Abbiamo un regolamento vecchissimo. Le sanzioni disciplinari sono regolate dal DPR 737 del 1981, noi chiediamo un giusto processo disciplinare, attualmente su 5 membri giudicanti, 3 sono funzionari e 2 sindacalisti.

Quali sono, invece, i problemi specifici dei poliziotti in provincia e a Reggio Calabria?
Dalla Questura abbiamo ricevuto parecchie lamentele, soprattutto per il grosso lavoro dei colleghi della Squadra Mobile, i quali operano con tantissimo impegno e dedizione; però i colleghi andrebbero gratificati molto di più. Lasciano a casa affetti, rinunciano a tantissimo e ricevono quasi niente in termini economici. L’unica loro grande soddisfazione è di avere svolto il loro lavoro con professionalità, ma non hanno nessun riconoscimento economico per la mole di lavoro che fanno.
La Polizia Scientifica è sotto organico, sono pochi per il lavoro preziosissimo che fanno, la carenza di personale tra l’altro crea una situazione che va ad aggravare il lavoro di ogni singolo operatore. Ci sono poche Volanti sul territorio, i colleghi ricevono supporto dal Reparto prevenzione crimine, ma è un aiuto, seppure importantissimo, temporaneo. Al Reparto Mobile si lavora a stretto contatto con i migranti, in situazioni igienicamente disastrate, con protezioni inadeguate, con mascherine adatte a proteggere dalla polvere, non i virus.Arghillà è diventato un posto fisso fantasma, non sappiamo quanti operatori debbano esserci in organico, e nemmeno quando è aperto.  In provincia, invece, i Commissariati vanno avanti grazie al buon senso dei colleghi. Ma anche in provincia i problemi non mancano. Primo fra tutti, al momento, la questione della Polizia di frontiera di Gioia Tauro. Siamo intervenuti a livello nazionale con una lettera al capo della Polizia, perché si vuole chiudere quell’ufficio di polizia, ed è impensabile che su un territorio dove sorge il primo porto d’Europa a livello commerciale, sia stato deciso di chiudere questo presidio. La polizia di frontiera serve perché è un territorio ad alta densità mafiosa, vi sono interventi che altri corpi di polizia non effettuano mentre gli operatori della polizia di frontiera sono qualificati per svolgere proprio quelle attività di frontiera, polizia giudiziaria e controllo del territorio, grazie alla formazione specialistica che acquisisce al Caps di Cesena. Ad esempio la polizia di frontiera ha una preparazione mirata ai controlli dei passaporti.

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Uno “Squalo” della Squadra Nautica della Polizia di Stato

Discorso a parte merita la Squadra Nautica, una specialità che a causa dei tagli “non naviga in buone acque”
La Squadra Nautica della Questura di Reggio Calabria, incardinata nell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, vanta un’ottima tradizione di servizio operata sia nei soccorsi in mare che nelle attività di polizia giudiziaria anti immigrazione e in materia ambientale. Basti ricordare i soccorsi effettuati in occasione della tragedia del Segesta, dell’incaglio della motonave Federica M e la lotta senza quartiere che nelle stagioni estive viene effettuata per contrastare la navigazione sottocosta effettuata dai virtuosi dello slalom attività che nel corso degli anni ha portato al riconoscimento di due premi nazionale del Mare al personale che presta servizio in tale specialità. Oggi, a causa di una scellerata spending review e di continui progetti di riordino e razionalizzazione dei presidi di polizia, la Squadra Nautica versa in uno stato di totale abbandono e incuria, l’organico si è ridotto nel tempo fino a toccare il minimo storico di tre unità. Inoltre lo “Squalo”, l’unità d’altura fiore all’occhiello della Squadra, è stata ridislocata in altra sede, a Salerno. I fondi per il carburante e manutenzione sono ridottissimi e il personale dal 2010 non riceve più le uniformi da navigazione. Tutto questo si ripercuote in un immobilismo quasi totale per un ufficio che è indispensabile in una provincia che vanta circa 200 miglia di costa: il personale ormai quasi tutto prossimo alla cinquantina è costretto a sobbarcarsi un carico di lavoro veramente usurante senza prospettive di miglioramenti né personali né tantomeno professionali, i colleghi si sentono esclusi da un’organizzazione della quale si sono sempre sentiti orgogliosi di appartenere.

Insomma un sindacato nuovo che si trova a dovere fare i conti fin da subito con molteplici criticità.
Le problematiche dei nostri colleghi saranno per l’MP la linfa vitale, non faranno altro che rafforzare il nostro impegno.

@riproduzione vietata

Raffaele Serranò
Raffaele Serranò
Alessandro Ramundo
Alessandro Ramundo

 

Tags: alessandro ramundomovimento poliziotti democratici e riformistimpraffaele serranòreggio calabriasindacato di poliziaspending reviewsquadra nauticasqualo
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