Reggio Calabria. L’area in cui sorgeva l’ex Istituto d’Arte “Mattia Preti” nel rione di Tremulini è arrivato a livelli di degrado ambientale non più sostenibili. Non solo. Gli edifici sventrati e mai ultimati presenti all’interno dell’area, oltre ad essere stati più volte obiettivo di teppisti e piromani, offrono alloggio a numerose persone senza fissa dimora.
È lo spazio adiacente al mercato di Piazza del Popolo in cui negli anni a cavallo tra il 2005 e il 2010 si sarebbe dovuto dar corso alla costruzione di un centro polifunzionale di pubblica utilità. Ma così non è stato. Tutt’altro. Dopo una prima fase di costruzione abbastanza celere si è assistito a ripetuti stop dovuti a motivi di diversa natura fino ad arrivare, dal lontano 2006, anno previsto per la consegna dei lavori, al fermo totale. La ripresa dei lavori non c’è più stata. Blocco quest’ultimo che ha permesso che tale luogo, con lo scorrere del tempo, divenisse un’area ricercata da vandali e da persone senza fissa dimora.
La mancanza assoluta di una adeguata cinta di protezione tale da evitare scarichi illeciti e intrusioni (ma anche le entrate degli immobili rese accessibili a causa della mancanza di infissi o comunque di chiusure che li rendessero impraticabili) ha permesso che le strutture divenissero dei veri e propri alloggi di libero accesso per una moltitudine di individui. Una terra di nessuno di facile conquista. Con annessa acqua corrente in abbondanza pronta all’uso per tutti.
A testimonianza di ciò le vergognose immagini offerte dagli edifici sventrati. Lenzuola appese alle pareti come fossero carta da parati su cui appendere i poveri abiti. Scodelle, pentole e altro esposto sui davanzali delle ampie finestre, così come alcuni indumenti lavati e appesi per asciugare. Camera per camera.
A completare lo scempio ci sono le montagne di rifiuti disseminate all’interno del centro divenuto ormai una discarica a cielo aperto. Materassi, cassette di frutta marcia, ferri, siringhe, legname, copertoni, tutti “souvenir della città metropolitana” gettati con impeccabile disinvoltura dai soliti incivili.
Il tutto a pochi metri in linea d’aria dalle finestre delle aule della scuola dell’Istituto Comprensivo “Carducci-Da Feltre”, con i piccoli studenti che “imparano” dal vivo cosa significhi “immobilismo”.
Guglielmo Rizzica