Reggio Calabria. “Volti diversi, grandi discorsi, ma ti ritrovi sempre là”. Questa frase del gruppo ska-punk “Matrioska” potrebbe essere l’icona del “reggino pensiero” che pervade il tifoso che, spinto dall’amore per la squadra della propria città, ha amaramente assistito nel giro di cinque giorni a due clamorosi k.o. che la squadra amaranto ha subito in quel di Roccella e nell’incontro casalingo contro la Leonfortese.
L’Asd Reggio Calabria ha subito un indubbio passo indietro nel gioco e nell’agonismo rispetto alle prove di Aversa e al successivo turno contro la Sarnese, mister Cozza fatica a far quadrare il cerchio anche a causa della pessima forma di alcuni elementi che invece dovrebbero dare quel “quid” in più per il salto di qualità, Zampaglione e Tiboni su tutti. Se poi si aggiunge che nel match di domenica i migliori degli scorsi turni ( su tutti Maesano e Lavrendi) si sono accomodati in panchina ecco che il piatto (amaro) è servito: sconfitta beffarda e scalata alla classifica che, anche se siamo ancora agli albori del campionato, diventa già complessa.
La serie D è un campionato difficile, composto da “vecchi marpioni” della categoria che non regalano niente a nessuno, allenatori capaci e piazze ben organizzate che non lasciano nulla al caso e che ambiscono a fare bella figura contro chiunque, figurarsi contro una piazza che vanta decenni di serie A e un bacino d’utenza di circa cinquanta mila tifosi sparsi per l’Italia.
Tifosi che, nonostante una campagna abbonamenti discreta, hanno preferito la propria poltrona allo stadio ( anche a causa del mal tempo erano poco più di 1500 i presenti domenica al “Granillo”) e che nonostante l’amore per i colori e la simbiosi con la maglia amaranto potrebbero essere sconfortati e delusi da questa serie di risultati negativi e dal gioco espresso dalla squadra.
Cozza annuncia un cambio di modulo in vista della trasferta campana di Cava de’ Tirreni, ma la sensazione è che avrà poco tempo per porre rimedio ai cattivi risultati prodotti sinora. Si parla infatti di una possibile “ultima spiaggia” per l’allenatore di Cariati che spera dunque di non imbattersi in una delle famose “Farse Cavajole” del grande scrittore Vincenzo Braca ( autore e creatore delle cd. “farse” del 1600).
William D’Alessandro
photo Mimmo Notaro