Il momento in cui si sceglie il corso di studi universitari può essere considerato decisivo nella vita di un giovane: da quella scelta, infatti, dipenderà buona parte del suo futuro e del suo successo in ambito lavorativo. Nell’ampia rosa di facoltà che ogni neo-maturato ha a disposizione, ce ne sono alcune che, secondo le statistiche, garantiscono maggiori possibilità di trovare lavoro una volta portato a termine il cammino universitario.
Fra i titoli di studio che vantano il più elevato tasso di occupazione a cinque anni di distanza dalla laurea troviamo al primo posto Medicina, seguita a breve distanza da Ingegneria; si tratta di percorsi che mettono a dura prova gli iscritti – in particolare gli esami di ingegneria elettronica risultano impegnativi, come si può vedere dalla scheda dell’università Unicusano – ma che assicurano poi alte probabilità di trovare un impiego nel mondo del lavoro. Impegno e sacrificio da parte degli studenti, dunque, verranno senz’altro ripagati, stando a vedere i dati statistici diffusi da Almalaurea.
Alle spalle di Medicina ed Ingegneria troviamo Chimica ed Economia, anch’esse capaci di garantire buoni sbocchi lavorativi ai propri laureati. Entrando maggiormente nel dettaglio di questa analisi, si può notare come quasi la totalità di medici ed ingegneri riesca ad entrare nel mondo del lavoro entro un arco di tempo di cinque anni dalla laurea; i laureati in medicina che riescono poi a lavorare sono circa il 97% del totale, poco più dei laureati in ingegneria che raggiungono una percentuale del 95,3%.
A superare la soglia del 90% ci sono anche i laureati in chimica, mentre statistici ed economisti si fermano poco sotto, all’89,6%. Chi si laurea in questi corsi, poi, non solo ha più possibilità di trovare lavoro, ma viene anche retribuito meglio dei laureati in altre facoltà, in media con circa 200-300 euro in più nella busta paga mensile. In sostanza, una laurea in ingegneria o medicina rappresenta, di questi tempi, una sorta di “bene rifugio”.
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