Reggio Calabria. Il mese di settembre è stato ricco di fermento presso il Planetario Provinciale Pythagoras. “Il “mese della Luna”, come è stato affettuosamente chiamato – dichiara il responsabile scientifico prof.ssa Angela Misiano – ha visto il nostro amato satellite protagonista di numerose serate dedicate, tra le altre: la giornata mondiale della Luna, organizzata dalla Nasa; l’equinozio d’autunno e la serata conclusiva, e più attesa, quella per l’osservazione dell’eclissi totale: la notte della Red Moon”.
Sebbene abbia ispirato poeti, scrittori ed innamorati di ogni tempo, la “nostra signora della luce” in termini “rigidamente” scientifici è l’unico satellite della terra ed, occorre precisare innanzitutto, che la teoria più acclarata ritiene che, quasi certamente, si sia formata insieme alla Terra, circa 4,6 milioni di anni fa, tanto è vero che l’affinità tra i due corpi celesti è tale che molti scienziati sono portati a considerare il sistema terra-luna come un vero e proprio pianeta doppio.
Luna è un termine di origine indoeuropea, l’etimologia è la stessa del latino lux = luce, da leuk = rischiarare, risplendere, con l’aggiunta del suffisso “na”, pertanto questa è “tradizionalmente” la luminosa, la risplendente … poco importa se non brilla, come sappiamo, di luce propria.
Ogni uomo, in ogni tempo, ha avuto bisogno di riferimenti precisi e, fin dal principio, questi furono il Sole e la Luna. È chiaro che, per “spezzare” la paura dell’ignoto e dello “sconosciuto”, ogni popolo si dotò di storie più o meno fantasiose per spiegare i moti celesti; pochi eventi astronomici, però, hanno atterrito il genere umano come le eclissi.
L’abitudine di vedere sempre il Sole e la Luna “separati” induceva gli uomini, di qualunque ceto, religione e condizione, ad un crollo di “certezze” dagli effetti psicologici devastanti, ansie e preoccupazioni spropositate nel momento in cui questi, occasionalmente, si “incontravano”.
Gli “effetti destabilizzanti” delle eclissi hanno colpito ogni civiltà, laddove da generazioni, maghi, indovini e ciarlatani inducevano a pensare al fenomeno come ad un evento assolutamente sfortunato che avrebbe, addirittura, mantenuto la sua aura negativa nei confronti di tutti coloro, ad esempio, che fossero nati in quelle “sfortunate” ore, o intese come messaggere di catastrofi ancora maggiori; era opinione comune che l’astro oscurato fosse, in generale, indignato con l’intera umanità; ma non mancano ipotesi più “tenere” come quella che vedeva la Luna seduttrice che s’appartava con il Sole; od ipotesi aggressive quale, ad esempio, quella che riteneva che l’astro eclissato fosse stato “divorato” (ma anche inghiottito, ingoiato o dilaniato) da un demone, Rahu, per gli insulindi, o da spiriti maligni, come nel caso del famigerato uomo nero dei miti tibetani, o da mostri aventi fattezze d’animali: draghi, rospi, lupi, orsi, scimmie etc..
Considerata la natura reputata universalmente malaugurante ogni popolo ha cercato di prevedere, per tempo, questi avvenimenti infausti. Si cercava, infatti, di scongiurare la “sfortuna” nella vana speranza di non farsi trovare impreparati. È certo però che riuscire a prevedere il verificarsi di un eclissi equivaleva ad essere insignito di onori: l’episodio più, tristemente, famoso fu quello verificatosi nel 1504 quando Cristoforo Colombo, arenatosi sulle coste della Giamaica, con le sue navi danneggiate e viveri scarsi, avendo letto su uno dei libri che aveva a bordo del prossimo verificarsi di un’eclissi, organizzò per tempo un incontro con i capi delle popolazioni indigene e disse loro che Dio era molto risentito con loro e per questa ragione avrebbe fatto sparire la Luna.
Effettivamente la notte del 29 febbraio la Luna sparì dai cieli giamaicani e gli indigeni, terrorizzati, implorarono Cristoforo Colombo di intercedere offrendo in dono, allo stregone-mago, viveri in abbondanza. Subito dopo l’italiano si ritirò in privato per “conferire” con Dio e, prima che il fenomeno cessasse, si ripresentò al cospetto dei capi comunicando che erano stati perdonati … quando la Luna “magicamente” riapparve.
Oggi, invece, grazie alla scienza, le eclissi hanno assunto un aspetto ben diverso trasformandosi, infatti, in spettacoli attesissimi ed osservatissimi. Un’eclissi lunare è un fenomeno ottico durante il quale l’ombra della Terra oscura del tutto o parzialmente la Luna e che si verifica nel momento in cui questa è nella fase di “piena” mentre Sole, Terra e la stessa Luna, si trovano allineati in questo ordine. Durante le eclissi la Luna non cessa di ricevere la luce; la luce solare, infatti, attraversa l’atmosfera terrestre ma viene deviata per rifrazione e raggiunge il satellite facendogli assumere una colorazione assai mutevole che può andare dal rosso cupo fino al rosso arancio. La durata delle eclissi totali può raggiungere anche i 100 minuti e dipende dalla velocità di rivoluzione (il movimento del satellite intorno alla Terra), dalla distanza della stessa dalla Terra e dalla distanza della Terra dal Sole.
La peculiarità dell’eclisse del 28 settembre si ritrova nel fatto che la Luna è stata al perigeo (la distanza minima dalla Terra: la Luna, infatti, dista mediamente quasi 385 mila km, quando si trova al perigeo dista “soltanto” 363.300 km), per questa ragione la Luna sembrerà “più grande”.
Altra peculiarità si ritrova nel fatto che questa eclissi è l’ultima di quattro eclissi totali che si sono susseguite nel corso del 2014 e del 2015, questo particolare fenomeno viene chiamato “tetrade lunare”, che prevede 4 eclissi totali di Luna in due anni, e, secondo le previsioni della Nasa, in questo secolo si ripeterà ben 8 volte. Il prossimo appuntamento previsto è per il 27 luglio 2018.
Monica Bolignano
Foto per gentile concessione di Massimo Russo
Fonti:
– Il grande libro della Luna – Pavone – Barbera Editore
– Eclissi totale di Luna 28 settembre 2015 – Planetario di Legnago
Link utili
– http://moon.nasa.gov/home.cfm
– https://www.facebook.com/Planetario-Pythagoras-di-Reggio-Calabria-124593567563659/timeline/