Si tratta di soggetti operanti nello Stato centro americano, in contatto con esponenti colombiani dei cartelli del narcotraffico, che, avvalendosi di società di import-export nel settore della frutta e di altre derrate alimentari, hanno esportato ingenti quantitativi di cocaina verso porti degli Stati Uniti e dell’Europa (Olanda, Spagna e Belgio).
L’organizzazione criminale costaricense oggetto di iniziative giudiziarie congiunte – i provvedimenti sono delle rispettive Autorità giudiziarie di Reggio Calabria e di San Josè – ha garantito negli anni carichi di cocaina destinata alla ‘ndrangheta, evidenziando i seguenti soggetti, considerati vertici e referenti dell’organizzazione:
1. GUZMÁN ROJAS Arnoldo de Jesús,
2. CAMPOS MORA Juan José de la Trinidad,
3. GARCIA ALZUGARAY Ricardo Jorge, detto il cubano,
4. MONTERO PICADO German Andres,
5. ZUNIGA ARIAS Carlos,
6. VELASCO Julio, anch’egli cittadino cubano,
7. ZUNIGA ARIAS Hector Aladino
Nel dettaglio, 5 degli indagati sopra indicati sono destinatari di distinti e congiunti provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria di Reggio Calabria e da quella di San José (Costa Rica), mentre gli altri 2 risultano colpiti da provvedimento restrittivo nel solo procedimento costaricense.
Il quadro complessivo delle indagini svolte avrebbe evidenziato una caratteristica, tra le tante, peculiare del sodalizio di Gregorio Gigliotti: la sua pervasiva capacità di operare su diversi versanti criminali, agendo tanto sul fronte statunitense e centro americano, quanto su quello italiano, grazie ai suoi collegamenti con personaggi legati alla criminalità organizzata calabrese.
Lo schema criminale emergerebbe collaudato e tipicamente ascrivibile alla tradizionale capacità della ‘ndrangheta di proiettare le sue attività oltre i confini nazionali, nel settore del traffico internazionale di stupefacenti e altri settori illeciti.
Sotto tale profilo, la transnazionalità delle condotte riconducibili ai sodalizi calabresi trova la sua più naturale estrinsecazione nella gestione del traffico internazionale di stupefacenti.
L’inchiesta Columbus, infatti, ha documentato il profondo radicamento dei sodalizi mafiosi di matrice ‘ndranghetista nella gestione di flussi di cocaina, proiettati in Nord America ed in Europa, dove possono gestire basi logistiche, sviluppare alleanze con altri cartelli criminali, reimpiegare agevolmente ingenti proventi delle attività illecite.
Tale aspetto viene agevolmente disvelato, anche analizzando i seguenti sequestri di cocaina, effettuati nel corso della presente inchiesta, ascrivibili al sodalizio costaricense che, con ogni evidenza, opera con il pieno sostegno di soggetti colombiani, radicati nello stato centro-americano, ragionevolmente legati a potenti cartelli del narco-traffico, tradizionalmente egemoni nel Centro e Sud America.
• Sequestro di 16 chilogrammi, avvenuto nel febbraio 2014, tra Anversa (Belgio) e Rotterdam (Olanda), riconducibili ad una società costaricense, emersa anche in occasione di successivi sequestro a carico di Gregorio Gigliotti, negli Stati Uniti.
• Sequestro di oltre 40 chilogrammi, avvenuto nel settembre 2014, nel porto di Valencia (Spagna), riconducibili ad una società costaricense, ascrivibile al sodalizio indagato, già in rapporti commerciali anche con Gregorio Gigliotti.
• Sequestro di 44 chilogrammi di cocaina, avvenuto il 20 ottobre 2014 nel porto di Wilmington (Usa), riconducibili al sodalizio costaricense facente capo all’indagato MONTERO PICADO German Andres (ditta Tropifrut) e diretti ad una società di Gregorio Gigliotti;
• Sequestro di 3003 chilogrammi di cocaina, avvenuto il 28 novembre 2014 nel porto di Rotterdam (Olanda), anch’esso riconducibili al sodalizio costaricense, facente capo a MONTERO PICADO German Andres (ditta Commercializadora de Pina);
• Sequestro di 15 chilogrammi di cocaina, avvenuto il 29 dicembre 2014 nel porto di Chester-Philadelpia (Usa), riconducibili al sodalizio costaricense e diretti ad una società di Gregorio Gigliotti;
• Sequestro di 85 chilogrammi di cocaina, avvenuto il 7 maggio 2015, rinvenuti all’interno di un container, in partenza dal porto di Moin (Costa Rica) e diretto allo scalo di Anversa (Belgio), anch’essi riconducibili ad uno degli indagati del sodalizio costaricense, già in rapporti commerciali con Gregorio Gigliotti.
Le rotte di approvvigionamento della cocaina, quindi, seguono un consolidato schema, da tempo tracciato da tutti i potenti sodalizi del narcotraffico internazionale, teso ad alimentare reti di distribuzione ramificate negli Stati Uniti e nei paesi del Nord Europa.
La stessa struttura organizzativa dei sodalizi in argomento utilizza metodologie tipiche e collaudate; si avvale, infatti, di una rete di referenti e corrieri in grado di avviare e definire le trattative, procede alla consegna del denaro e segue tutte le fasi organizzative, tese all’approvvigionamento dello stupefacente. Tale caratteristica si manifesta in una spiccata mobilità, in grado di sviluppare condotte convergenti e contemporanee, anche nel territorio di diversi Stati.