Reggio Calabria. “Vento del Sud, bruno, ardente, scendi sulla mia carne …” scriveva Garcia Lorca non pensando che un lontano giorno le sue parole si sarebbero “materializzate”, grazie alle performance artistiche della Compagnia Nazionale di Raffaele Paganini, ospite del Teatro Francesco Cilea, all’interno della rassegna “Alziamo il Sipario”.
Come il vento, che soffia attraversando, caldo e deciso, le terre del Sud, lo spettacolo è stato strutturato pensando ad un viaggio immaginario realizzato attraverso le musiche e le cantate tipiche della Campania, della Puglia, della Sicilia e della Sardegna. Ogni tappa viene individuata e caratterizzata dalla voce di Miriam Scarcello, che, con grande maestria, modula la sua interpretazione rendendo agli spettatori, in modo assai nitido, la gioia e il dolore, in perfetta sintonia con il carico emozionale e ricco di contraddizioni, che caratterizza la quotidianità e le vicende umane tipiche del Mezzogiorno; la rappresentazione, accompagnata dall’interpretazione musicale dell’instancabile Gennaro Venditto, e illustrata dalle coreografie, pensate da Luigi Martelletta, è risultata scorrevole ed entusiasmante.
Molto alto il livello di preparazione del corpo di ballo che evidenzia lo studio, da un lato, e la passione, dall’altro, di un maestro, il Paganini, il cui impegno per e nella danza trasuda dagli aggraziati e decisi gesti dei suoi allievi; abbastanza impegnative le uscite di gruppo laddove gli “scontri/incontri” sul palco hanno fatto percepire con forza e determinazione la volontà di rappresentare il “vigore mediterraneo”; più “delicati” i “duetti” durante i quali il sentimento passionale si percepiva “vitale” ma al limite della “fragilità”. Elemento propulsore, chiaramente collante, è la musica: la commistione di brani tradizionali, per lo più pizziche e le “carnali” tarantelle, regalano, infatti, agli spettatori uno spaccato della realtà emotiva, del trasporto sentimentale e della passione delle regioni del Sud. Passano del tutto inosservati il minimale allestimento di scena ed i semplicissimi costumi laddove l’attenzione deve essere, ovviamente, focalizzata sull’espressività artistica dei ballerini.
Un caldo abbraccio di cultura popolare che, come il familiare vento di Scirocco, ha spezzato la monotonia di un fresco sabato sera autunnale, incantando, attraverso una diversa rappresentazione delle familiari tradizioni, i fedelissimi ed attenti frequentatori della rassegna reggina.
Monica Bolignano