Cosenza. Nessuno scavo archeologico sul fiume: i lavori riguardano la bonifica della confluenza. Per Alarico solo indagini non invasive

Cosenza. Nessuno scavo archeologico e nessuna indagine invasiva sul fiume Crati. I rilievi effettuati sull’alveo del fiume Crati e sul Busento, nei giorni scorsi, erano, come più volte sottolineato, del tutto non invasivi. Altra cosa erano i lavori di bonifica che la Provincia, già da diversi giorni e con tutte le autorizzazioni, stava effettuando proprio a tutela del fiume e del suo ambiente. La campagna di scavi per Alarico sarà infatti debitamente pianificata, solo in presenza di indizi reali e, naturalmente, non sarà avviata prima di aver richiesto tutte le autorizzazioni necessarie.
Un enorme malinteso, dunque, creato da chi ha deciso di agire in malafede e presentare una denuncia senza minimamente documentarsi su quello che stava accadendo. Pertanto, nel giro di 48 ore, la vicenda, che ha visto la richiesta di chiarimenti della Soprintendenza, è stata debitamente chiarita dal dirigente del settore Viabilità e manutenzione del territorio della Provincia.
Ecco il testo della risposta inviata alla Soprintendenza:
“Oggetto: Provvedimento di sospensione dei lavori di “Riqualificazione della confluenza dei Fiumi Crati e Busento e realizzazione del Museo di Alarico” – riscontro all’atto notificato dal Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio culturale, Nucleo di Cosenza in data 18/11/2015
Premesso che l’atto notificato si riferisce al progetto di “Riqualificazione della confluenza dei Fiumi Crati e Busento e realizzazione del Museo di Alarico”, di competenza del Comune di Cosenza e non della Provincia di Cosenza, si evidenzia quanto segue:
– Che tale progetto in carico al Comune di Cosenza attualmente è in fase di appalto come risulta dalla consultazione dell’Albo Pretorio On Line del Comune stesso;
– Che la Provincia di Cosenza sta realizzando i lavori relativi al progetto di “Interventi di mitigazione dei rischi e ripristino officiosità idraulica dei fiumi Crati e Busento nel comune di Cosenza”;
– Che detti lavori riguardano la sistemazione idraulica dell’alveo finalizzata alla protezione dei muri d’argine di antica costruzione, mediante il posizionamento di massi naturali tali da centralizzare la corrente idrica e a protezione delle sponde;
– Che gli stessi lavori rivestono carattere di urgenza con l’approssimarsi della stagione invernale e per i conseguenti fenomeni di piena, essendo i lavori in alveo;
– Che pertanto, la sospensione ordinata, potrebbe essere di nocumento sia al prosieguo dei lavori che alla sicurezza degli argini e delle limitrofe aree urbane. Per quanto sopradetto è evidente che i lavori che sono in esecuzione non riguardano in alcun modo la ricerca di beni d’interesse archeologico, ma sono esclusivamente finalizzati alla mitigazione del rischio idrogeologico.
E’ da rilevare, infine, che questo Ente si è preoccupato d’incaricare per la fase esecutiva dei lavori un geologo e un archeologo per monitorare le fasi preliminari al posizionamento dei massi con l’utilizzazione di specifica strumentazione non invasiva per indagini geognostiche superficiali. Tutto ciò, al fine di garantire la sicurezza sia della manovalanza che degli edifici limitrofi per la eventuale presenza di ordigni bellici. Lo stesso dicasi per il ritrovamento di eventuali reperti archeologici. Ad ogni modo, si fa presente, che da numerosi colloqui intercorsi con il Presidente del Provincia, che è anche Sindaco della Citta di Cosenza, si è evinto che lo stesso ha inteso utilizzare l’’attività preliminare d’indagine anche per una prima superficiale ricognizione di elementi utili per l’impostazione di una effettiva campagna di ricerca archeologica per la quale saranno attivate tutte le procedure e/o autorizzazioni previste dalla normativa vigente”.

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