Minacce al Ministro dell’Interno Alfano. Sindacato MP: “Mafia esiste ed è sempre sanguinaria”

Reggio Calabria. “Passa il tempo ma le consorterie mafiose hanno sempre e comunque le medesime strategie. Il recente disegno criminoso discusso tra delinquenti per eliminare il Ministro dell’Interno Angelino Alfano, intercettati a loro insaputa, sancisce ancora una volta che la mafia non solo non è stata ancora sconfitta, ma che si rigenera anche attraverso le scarcerazioni facili e/o tecniche, è radicata sul territorio ed è sempre pronta ad affermare il proprio potere esclusivamente finalizzato all’arricchimento illecito, ritagliandosi  a tutt’oggi ampi  spazzi nell’economia del Paese, e per farlo, e questo è indubbio, non esiterebbe un solo istante ad eliminare chiunque gli si frapponga contro.
Esprimere solidarietà  è il minimo che un cittadino onesto possa fare  quando accadano di questi episodi, figuriamoci per Noi del  Movimento dei Poliziotti Democratici e Riformisti“. Così il segretario generale nazionale Antonino Alletto il quale esprime solidarietà al ministro Alfano e rivolge un plauso ai colleghi che hanno assicurato alla giustizia i mafiosi. Solidarietà espressa ad Alfano anche dal segretario generale regionale per la Calabria Raffaele Serranò.
“A nostro modesto parere, tuttavia, il cittadino – prosegue Alletto – deve esigere dalla classe politica tutta uno standard elevato di sicurezza, deve pretendere un servizio costante ed efficiente da parte delle forze dell’ordine, mettendo quest’ultime nelle condizioni economiche e strutturali necessarie per svolgere il proprio lavoro, affinché non solo questa gentaglia venga individuata ed assicurata alla giustizia, ma che non possa mai più nuocere alla società civile”.
“Chi si macchia di determinati e gravi reati – aggiunge il segretario generale nazionale – e l’associazione a delinquere  di stampo mafioso lo è,  deve avere la c.d. certezza della pena, certo, sempre e comunque con le dovute garanzie derivate da un equo processo, ma è impensabile vedere dei mafiosi liberi di reiterare la loro sanguinosa azione criminale sol perché sono scaduti dei termini o per degli insignificanti disguidi tecnici.
A questi criminali, dopo un corretto ed immediato processo, dovrebbe essere assicurata una dura ed esemplare condanna, anche solo per avere pensato la progettazione dell’omicidio di un Ministro della Repubblica Italiana. Questa potrebbe essere in qualche modo la reazione adeguata  di un Paese civile che vuole evitare che un cancro così insidioso come la mafia possa riprodursi arrecando un costante e devastante danno all’intero Paese”.
“Al nostro  Ministro dell’Interno Angelino Alfano – concludono Alletto e Serranò – giunga la piena solidarietà del Movimento dei Poliziotti Italiani Democratici e Riformisti, consentiteci contestualmente di esprimere  un plauso nei confronti dei colleghi che hanno determinato l’arresto dei malviventi malgrado le carenze abnormi che noi tutti stiamo subendo, e il nostro riferimento volge nei confronti dei settori investigativi della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della D.I.A. che continuano imperterriti la loro azione di contrasto al crimine organizzato, spesso, nell’indifferenza totale di chi dovrebbe garantirne la funzionalità”.

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