Operazione Saggio Compagno. A Cinquefrondi “le rapine si possono fare”: tranne a uno ‘ndranghetista o a un privato

Reggio Calabria. Il codice penale secondo la ‘ndrangheta, ovvero le prescrizioni del locale di ‘ndrangheta di Cinquefrondi in merito alle rapine. A raccontarlo agli inquirenti è il collaboratore di giustizia Rocco Francesco Ierinò, sulle cui dichiarazioni poggia l’operazione Saggio Compagno, che due giorni fa è stata condotta dai Carabinieri e coordinata dalla DDA di Reggio Calabria con l’esecuzione di 36 fermi.
Il collaboratore di giustizia spiega così le prescrizioni della locale: “Le rapine si possono fare a Cinquefrondi senza autorizzazione, se non vengono fatte ai danni di un ‘ndranghetista o di un privato“. Insomma, riepiloga il collaboratore di giustizia, le rapine “si possono fare ai danni di una banca o in generale di un ente pubblico”. Dipende pure da chi è il rapinatore: “Se la rapina viene fatta da un forestiero, il responsabile deve lasciare una percentuale alla locale se chiede una collaborazione da parte nostra. Se la rapina viene fatta da un ‘ndranghetista non è necessaria nessuna autorizzazione“. Il codice penale, quello vero, invece all’art. 628 punisce la rapina con la reclusione da 3 a 10 anni e da 4 anni e 6 mesi a 20 anni nei casi più gravi.

Fabio Papalia

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