‘Ndrangheta. Operazione Atlantide: 7 arresti per la cosca Piromalli di Gioia Tauro

Nelle prime ore di oggi 22 dicembre 2015 in Gioia Tauro, i Carabinieri della locale Compagnia, con l’ausilio di personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, della Compagnia Speciale e di unità cinofile del G.O.C. di Vibo Valentia, in esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria – Ufficio Gip-Gup, che ha concordato pienamente con le risultanze investigative, hanno arrestato sette persone. Tutti ritenuti presunti intranei (tranne un medico, accusato di concorso esterno), anche con ruoli apicali, della ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata famiglia “Piromalli”, imperante nella municipalità di Gioia Tauro, con ramificazioni in tutta la “Piana” ed in altre regioni del Nord-Italia.

Gli indagati sono gravemente indiziati, a vario titolo, per i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, porto e detenzione illegale di armi, estorsione, danneggiamento aggravato, tutti aggravati dalle metodologie mafiose.

In particolare l’articolata attività d’indagine, che ha beneficiato anche del contributo di alcuni collaboratori, sviluppata autonomamente sotto il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia, ha consentito di raccogliere gravi e concordanti indizi di colpevolezza in ordine all’appartenenza degli indagati ad un’associazione di tipo ‘ndranghetista finalizzata, avvalendosi della forza di intimidazione che scaturiva dal vincolo associativo e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà, allo sfruttamento delle risorse economiche del territorio attraverso o la partecipazione alle stesse, acquisendone direttamente o indirettamente – tramite intestazioni fittizie – la gestione e/o il controllo, ovvero con la riscossione di somme di denaro a titolo di compendio estorsivo.

L’attività ha permesso, infatti, di documentare numerosi episodi estorsivi, consumati e tentati, nonché alcuni danneggiamenti seguiti da incendio o perpetrati mediante l’esplosione di colpi d’arma da fuoco, effettuati nel medesimo contesto a scopo intimidatorio in danno degli operatori economici. È, inoltre, emersa la posizione di un medico del SER.T. di Polistena, il quale, presunto intraneo (per lui l’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa) alle locali logiche criminali, ed al fine di favorire gli affiliati alle organizzazioni malavitose del territorio, approfittando del proprio ruolo e posizione, avrebbe redatto certificazioni mediche attestanti falsamente lo stato di incompatibilità col regime carcerario di molti affiliati, dichiarandoli alcool/tossicodipendenti.

È stato, inoltre, ricostruito come la cosca, con la disponibilità di armi, al fine di realizzare il controllo egemonico sul territorio abbia realizzato accordi con organizzazioni criminose omologhe sopprimendo i soggetti che a quel controllo si contrapponevano nonché commesso delitti contro il patrimonio, contro la vita e l’incolumità individuale e in materia di armi. Gli arrestati sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Palmi.

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