Reggio Calabria. Nel corso di un servizio antibracconaggio disposto dal Coordinamento Territoriale per l’Ambiente di Reggio Calabria, gli agenti dei Comandi Stazione di Mammola e Oppido Mamertina perlustravano a piedi il territorio montano del Comune di Varapodio, quando in località “Puzzonaro”, hanno notato due “fuoristrada” ben mimetizzati in un querceto; insospettiti, hanno iniziato le ricerche per individuarne i conducenti. Dopo circa trenta minuti la situazione è stata più chiara: alcuni colpi di arma da fuoco e l’abbaiare dei cani ha svelato che si stava svolgendo in atto una battuta di caccia al cinghiale.
La battuta presuppone la presenza del cosiddetto “battitore” che ha la funzione di guidare i cani a stanare i cinghiali per indirizzarli verso chi più in basso deve abbatterli con i fucili. Per svolgere con successo il ruolo di battitore, questi spesso usa delle armi da fuoco per spaventare la selvaggina. Proprio in questo caso, il personale CFS si è imbattuto in un individuo, S.G. di 19 anni, nato a Polistena e residente a Oppido Mamertina, armato di una pistola scacciacani che stava spingendo i cinghiali verso gli abbattitori.
Nel prosieguo dell’operazione in località “Fontanelle” del Comune di Mammola, il personale ha notato la concentrazione anomala di avifauna che stazionava sopra una radura tra la vegetazione; avvicinatosi ha potuto scorgere tra l’erba, un richiamo acustico elettromagnetico in funzione con il canto degli uccelli e accanto al richiamo, quasi cento munizioni per fucile. Evidentemente, il bracconiere accortosi della presenza dei forestali, si era dato ad una precipitosa fuga approfittando dell’oscurità. Le operazioni hanno evidenziato il persistente tentativo dei bracconieri di attingere abusivamente alla fauna che all’interno del Parco Nazionale d’Aspromonte ha la possibilità di riprodursi e vivere in ambiente protetto. Il consuntivo dell’attività di polizia giudiziaria ha prodotto la denuncia di una persona per disturbo della fauna selvatica ai sensi della Legge Quadro sulle Aree Protette con conseguente sequestro penale della pistola, e alla denuncia contro ignoti ai sensi della Legge sulla protezione della fauna selvatica con conseguente sequestro del richiamo elettromagnetico e di numerose munizioni, nonché alla verbalizzazione dei conducenti dei fuoristrada per aver introdotto mezzi motorizzati nel bosco.
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