Reggio Calabria. Seconda gara del girone d’andata, secondo avversario piemontese, seconda vittoria consecutiva. La Bermè Viola riemerge da una classifica difficoltosa e preoccupante, anche se le avversarie non stanno di certo a guardare. E se Roma ha un leggero calo e viene raggiunta a 14 punti, Barcellona e Biella non hanno assolutamente intenzione di tirare i remi in barca e vanno a vincere, la prima, in trasferta a CasalPusterlengo, la seconda, il derby contro Casale Monferrato.
Classifica molto corta, stessa distanza sia dalla zona retrocessione che dalla zona playoff ( due punti), dimostrazione che le ipotesi di inizio stagione riguardante un girone molto equilibrato si sono avverate. Gli ultimi due turni del girone Ovest hanno manifestato a grandi lettere come qualsiasi squadra puo’ vincere in qualsivoglia campo, e così Siena va a battere la capolista Scafati, e Agropoli ( che tutti davano in parabola discendente) batte Agrigento in una partita tiratissima.
A Reggio arriva Omegna, nelle stesse condizioni dei padroni di casa, con un americano in odor di taglio e un bisogno vitale di punti. All’andata i reggini violarono il parquet piemontese, e con la vittoria di ieri mettono in cassaforte il fattore scontri-diretti.
Una partita molto strana, fatta di grossi parziali dall’una e dall’altra parte, per alcuni momenti Omegna sembra avere un Dio dalla propria parte, la palla entra nel canestro con una facilità disarmante e la Viola trova grosse difficoltà nel tenere a galla il match.
E’ indubbio che l’articolo del lunedì pomeriggio debba esulare da una disquisizione prettamente cronachistica della partita, tanto s’è infatti già detto sulla tipologia del match. Brutto, giocato maluccio da entrambe le squadre e con due attacchi che definire “inguardabili” sarebbe un eufemismo. I reggini chiudono con un 34\70 dal campo, meno del 50% al tiro. Questo dice molto sul modo in cui la partita è stata portata a casa. E questo “modo” ha un nome e cognome: Anthony Dobbins. L’americano naturalizzato italiano ha infatti giocato una partita sontuosa, aggiungendo alla sua solita solida prestazione difensiva anche una partita da “bocca di fuoco”, mettendo a referto ben 20 punti. Sempre concentrato, sempre sul pezzo, l’atleta proveniente dal campionato francese si prende gli applausi del pubblico a ogni giocata, sfruttando la sua esperienza e la sua forma che farebbe invidia anche a un giovane rampollo ( Mordente ha solo due anni in più di lui, ndr).
Ma è l’intera squadra che sembra essersi risvegliata, almeno considerando il fattore “impegno”, dopo la partita indecorosa giocata a Rieti infatti sia ieri che domenica scorsa a Casale i giocatori sul parquet dimostrano di essere pienamente in “ballo”, e non più in “balia”. Molto bene anche Crosariol, ogni bella giocata del quale fa riflettere lo spettatore se imprecare contro tutti o se applaudirlo, visto che quando gioca col piglio giusto sembra incomprensibile essere quart’ultimi con un pivot così devastante. Brackins ci mette anche il suo, decisi passi avanti del colored statunitense che probabilmente eviterà il taglio e concluderà la stagione in riva allo Stretto. Solito Rullo arcigno, e non è una novità.
In termini negativi, però, qualcosa c’è. I soliti dieci minuti nella quale la squadra si perde, soprattutto in difesa, sono ormai una costante. Omegna arriva anche sul +12 e il pubblico reggino intravede i “fantasmi” di una sconfitta che avrebbe massacrato le aspirazioni dei reggini. E anche in cabina di regia sembra mancare qualcosa. Costa è infatti palesemente un po’ troppo acerbo per dettare i tempi da protagonista in questa serie ( è molto giovane, abbiate pazienza, “il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette” cit.) e Spinelli, pur avendo realizzato la tripla e i liberi dalla sicurezza, difende con una lentezza disarmante perdendo regolarmente l’uomo e in attacco è spesso impreciso e pasticcione, pur riconoscendogli un impegno costante che probabilmente, solo probabilmente, gli eviterà il “taglio” invernale. In ultimo, il vero “fantasma” di questa annata: Austin Freeman. L’americano, con due ernie e una predisposizione al sacrificio pari al nulla cosmico ( cosa che lo ha contraddistinto durante tutta la sua carriera), resta in campo inspiegabilmente per piu’ di 20 minuti pur avendo una “lettera di licenziamento” in tasca e le valigie pronte. Il pubblico, all’ennesimo errore in attacco e nel capovolgimento di fronte all’ennesimo errore di posizionamento difensivo, inizia a sbottare e a richiederne la “testa”. Freeman esce, e la Viola piazza il parziale decisivo per la vittoria. Non è una coincidenza. Purtroppo il giocatore tecnicamente non si discute, ci si trova imbarazzati anzichenò sul suo utilizzo in queste condizioni mentali e fisiche. Fosse rimasto in campo per altri due minuti staremmo qui a disquisire di una sconfitta. Ma se vinci, si sa, hai ragione. E dunque coach Benedetto, pur avendo palesato qualche “fissazione” che dovrebbe limare per ambire ai grandi traguardi che, siamo sicuri, sono nelle sue corde ( gli agnostici che come me non conosco le dinamiche per le quali un giocatore già tagliato deve farti vincere una partita), torna a casa con due punti d’oro.
Ma gli ultimi due punti, si spera, resteranno nei ricordi amari e non più nel presente della società reggina. E’ infatti il classico “due piccioni con una fava” l’innesto del playmaker nigeriano ( di passaporto britannico) Ogooluwa Adegboye, classe ’87, che sostituirà Freeman in rosa e Spinelli nello starting five reggino.
Il giocatore, visto in Italia con le maglie di Caserta e Cremona quest’anno, vanta numerose esperienze importanti, soprattutto in maglia Aris Salonicco e guidando la sua Nazionale agli Europei scorsi. Giocatore dinamico, ottimo fisico, grande penetrazione, buon tiro. Esattamente ciò che, sulla carta, ci voleva per questa squadra, che adesso spera di chiudere anche per un italiano che vada a sostituire il defezionario Marco Mordente.
Il team reggino, sfruttando l’onda delle due vittorie consecutive e del nuovo innesto, andrà domenica in casa della prima in classifica, quella Scafati che ha subito all’andata a Reggio uno dei pochi dispiaceri della stagione. Battesimo di fuoco quindi per il nuovo innesto, che dovrà vedersela in cabina di regia con uno dei migliori giocatori della lega, quel Mayo che sta trascinando i campani verso una stagione di vertice.
William D’Alessandro