Napoli. Nella mattinata odierna il Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli sta eseguendo, in varie regioni d’Italia, un decreto emesso dal giudice per le indagini preliminari del locale Tribunale, su richiesta della Procura partenopea, finalizzato al sequestro di somme di denaro, beni immobili e quote societarie, per un ammontare complessivo di oltre 12 milioni di euro, nei confronti di 58 soggetti operanti nel settore del “calcio professionistico”.
I destinatari del provvedimento sono diversi calciatori, i rispettivi procuratori e alcuni dirigenti di società sportive, che, nel periodo dal 2009 al 2013, si sarebbero resi responsabili, secondo l’ipotesi investigativa, in maniera sistematica di reati tributari, mediante condotte fraudolente esclusivamente finalizzate ad evadere il fisco.
Nei confronti di alcuni dei calciatori e dei procuratori coinvolti nell’indagine, la Guardia di Finanza sta eseguendo anche perquisizioni presso le abitazioni e gli altri luoghi nella loro disponibilità, con lo scopo di rinvenire eventuale documentazione bancaria e contrattualistica afferente ai fatti illeciti contestati. L’operazione di oggi, nella quale sono impegnati oltre al nucleo di polizia tributaria di Napoli numerosi reparti della Guardia di Finanza su tutto il territorio nazionale, rientra in 1+ complessa attività di indagine che ha consentito di accertare l’esistenza di un radicato sistema finalizzato ad evadere le imposte, posto in essere da 35 società calcistiche di serie A e B non che da oltre un centinaio di persone fisiche, tra calciatori e loro procuratori. In particolare, il meccanismo fraudolento architettato per sottrarre materia imponibile alle casse dello Stato italiano è stato adottato nel contesto delle operazioni commerciali aventi ad oggetto la compravendita dei calciatori. E’ stato appurato, in specie, che i procuratori provvedevano a fatturare in maniera fittizia alle sole società calcistiche le proprie prestazioni, simulando che l’opera di intermediazione fosse resa nell’interesse esclusivo dei club, mentre di fatto venivano tutelati gli interessi degli atleti assistiti dagli agenti medesimi.
Le società, da parte loro, approfittavano dell’indebito vantaggio di potersi completamente dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando altresì della detrazione dell’imposta sul valore aggiunto relativa alla pseudo-prestazione ricevuta in esclusiva.
In questo modo, veniva consentito ai calciatori di non dichiarare quello che sostanzialmente era un fringe benefit riconosciuto agli stessi dalla società calcistica, che si accollava, a vantaggio dell’atleta, anche la spesa per l’intermediazione. In altri termini, l’importo pagato dal club costituiva un reddito da imputare effettivamente al calciatore e, di conseguenza, la società calcistica o metteva il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali sul maggior reddito lordo ascrivibile all’atleta. Saluti agenti stranieri di nazionalità argentina, peraltro, mediante il ricorso a documentazione fiscale e commerciale fittizia e attraverso l’interposizione di società schermo con sedi anche in paradisi fiscali, distraendo i compensi ricevuti dalle legittime pretese erariali del paese di produzione del reddito (Italia) e di quello di residenza fiscale (Argentina), the localizzavano i proventi derivanti dalle attività professionali. A fronte dei rilevanti importi fraudolentemente e bassi (oltre 12 milioni di euro complessivi), La misura patrimoniale del sequestro applicata in data odierna ha lo scopo di tutelare in maniera cautelativa le casse dello Stato, facendovi rientrare le somme che illecita mente erano state sottratte al fisco dagli indagati.
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