Reggio Calabria. Il credito sociale non funziona. Il progetto lanciato dalla Regione Calabria per andare incontro alle famiglie in difficoltà economica, a oggi, non ha sortito gli effetti sperati. Anzi, tutt’altro. Il fondo rotativo che doveva sostenere il credito sociale, infatti, si è inceppato praticamente sul nascere e rischia di non rotare più. L’allarme è stato lanciato dalla società alla quale era stato assegnato il compito di erogare i benefici del progetto regionale. L’alto tasso di insolvenze delle prime rate di rimborso in scadenza e gli errori commessi nella gestione delle pratiche stanno producendo i primi riflessi negativi. Nel mirino della Cooperfin spa ci sono i tecnici di Calabria Etica e del Comitato di valutazione regionale.
“I dati emersi – si legge in una relazione della società tesoriere – creano oggettivamente delle perplessità sul modus operandi utilizzato in questa prima fase da parte della Fondazione Calabria Etica e del Comitato di valutazione evidenziando il forte rischio di incorrere in sanzioni da parte della Commissione europea oltre al potenziale blocco delle risorse”. Per i vertici della società che sta svolgendo il delicato ruolo di tesoriere del credito sociale, nelle pratiche consegnate dal soggetto gestore del fondo ci sarebbero “gravi errori e/o omissioni”.
Ritardi e problemi che hanno inceppato il meccanismo dell’erogazione dei fondi, suggerendo addirittura di avviare il recupero del credito attraverso tentativi extragiudiziali e la reintroduzione della polizza di credito. Preoccupazioni di cui l’amministrazione regionale è al corrente già dai primi mesi dello scorso anno. Grattacapi che potrebbero danneggiare tante famiglie calabresi che nel credito sociale speravano per attenuare le proprie preoccupazioni. Dopo due anni tutto appare fermo, stagnante.
Il progetto del Credito sociale era stato lanciato nel 2014 e prevedeva l’erogazione di prestiti alle famiglie calabresi in particolare vulnerabilità economica, lasciate ai margini dal sistema bancario, fino a un massimo di 10 mila euro con un periodo di ammortamento di sessanta mesi. La dotazione iniziale del fondo, che si sarebbe dovuto alimentare con i rimborsi di coloro che avevano usufruito del benefit, era di 20 milioni di euro poi dimezzata nel 2015 dalla giunta Oliverio a 10 milioni di euro. Nelle scorse settimane, infine, il consigliere regionale Nazzareno Salerno ha presentato una interrogazione sulla mancata erogazione alle famiglie dei finanziamenti del credito sociale. Stando ai dati forniti da Salerno, poi, le domande pervenute sono oltre 6.000, di cui esaminate e deliberate dal Comitato del Credito Sociale in primo esame circa 3.800, mentre il Comitato del Credito Sociale ha esaminato e deliberato circa 1.600 pratiche con valutazione definitiva, delle stesse circa 400 sono state trasmesse al Dipartimento Lavoro (novembre/dicembre 2014) e regolarmente pubblicate sul Burc e parzialmente erogate per circa 500 mila euro; 1.200 circa trasmesse al Dipartimento Lavoro (da gennaio a dicembre 2015) e mai pubblicate sul Burc e mai deliberate ed erogate; le pratiche ritenute ammissibili sono circa 1.000 con un impegno di spesa di circa 4 milioni e 800 mila euro. Il consigliere di Forza Italia ha chiesto al governatore Oliverio e alla sua squadra quale sia “il reale intendimento del governo regionale in riferimento all’effettiva concessione dei finanziamenti ai beneficiari dell’avviso pubblico”.
Giovanni Verduci
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