Interrogazioni “vanificate”. L’ira di Tallini contro il segretario generale del Consiglio regionale

Reggio Calabria. “L’azione di sterilizzazione delle prerogative del Consiglio regionale continua con la vanificazione, da parte della Giunta regionale, di uno degli strumenti attraverso cui i consiglieri possono esercitare il controllo, ossia le interrogazioni. Se la Giunta non risponde tempestivamente alle interrogazioni – afferma il consigliere regionale dell’opposizione Mimmo Tallini – è ovvio che il Consiglio e i consiglieri sono depotenziati in quanto le stesse sono state dichiarate formalmente decadute dalla Presidenza nel corso dell’ultima seduta. Tutto questo, tra l’altro, in una riunione che mi ha visto, per la prima volta, assente giustificato per malattia, con comunicazione formale fatta pervenire al segretario generale”. Continua Tallini: “Naturalmente, se tutto ciò accade non è solo responsabilità dell’Esecutivo, ma anche di chi non riesce a far rispettare le previsioni statutarie e regolamentari o a trasformare la volontà dell’Ufficio di Presidenza curando che l’organizzazione dei ‘question time’ si svolga in maniera efficiente ed efficace. Il riferimento – sottolinea Tallini – è al Segretario generale del Consiglio dottor Maurizio Priolo che somma su di sé anche la funzione di direttore generale e che non può seguitare a svolgere esclusivamente compiti di ordinaria burocrazia o ad occuparsi della minutaglia amministrativa, considerata oltre tutto la lauta indennità che percepisce. Possibile che un Segretario generale cui il Consiglio regionale riserva uno stipendio strepitoso, non sia in grado di curare nei dettagli ed organizzare una seduta di ‘question time’ corrispondente alle volontà istituzionali e non sia in grado di prevenire figuracce come quella andata in onda martedì scorso? Personalmente, sono dell’avviso che un’Assemblea legislativa, se non vuole diventare, come purtroppo sta accadendo, un piccolo ed irrilevante consiglio comunale tra l’altro in un contesto urbano metropolitano, necessita di un vertice amministrativo di grande levatura professionale che abbia una visione generale delle questioni legislative e del funzionamento di un’Assemblea legislativa che deve raccordarsi non solo con il territorio regionale, ma anche con le istituzioni nazionali. Tutto ciò evidentemente – conclude il consigliere regionale – può verificarsi soltanto se il prescelto ha avuto esperienze significative anche in altre istituzioni di rilievo e abbia spiccate competenze giuridiche. Inoltre, presto formalizzerò la richiesta all’Ufficio di Presidenza per comprendere se lo stesso sia in possesso dei requisiti richiesti dalla legge, provenendo da un piccolo ente economico di Reggio Calabria ed essendo approdato al Consiglio regionale con un semplice comando che forse non poteva nemmeno avvenire e che lo ha proiettato a dirigente, senza concorso, a Palazzo Campanella. Qualora fosse vero il sospetto della mancanza dei requisiti a ricoprire la carica prima di dirigente e poi a compiere l’ulteriore salto di qualità a segretario e direttore generale, sarebbe un ‘continuum’ con la situazione di illegalità a suo tempo da me denunciata relativa al precedente segretario, situazione che si è interrotta solo in forza di una mia interrogazione specifica con la collocazione d’ufficio dello stesso in quiescenza”.

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