Refurtiva appena venduta in un “Compro oro”: Polizia arresta tre tunisini e un albanese

Reggio Calabria. Non è sfuggito agli occhi attenti di un ispettore e di due assistenti della Polizia di Stato l’atteggiamento sospetto con cui tre stranieri si sono allontanati da un “Compro oro”, ubicato proprio di fronte all’ingresso della Questura di Reggio Calabria. I tre, convinti di esser passati inosservati dinnanzi ai poliziotti, hanno deciso addirittura di fare due passi all’interno della vicina Villa Comunale. Non potevano certo immaginare che gli uomini delle Volanti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico diretto dal vice questore aggiunto Luciano Rindone, erano già stati allertati dalla Sala Operativa della Questura.
La conferma che non si trattava di semplici sospetti gli agenti l’hanno avuta quando i tre, alla vista delle Volanti, si sono dati immediatamente alla fuga tentando di disfarsi della refurtiva. Uno dei tre, Akram Gharbi 26enne tunisino, è stato subito bloccato e condotto in Questura. Per gli altri due, è scattato il rocambolesco inseguimento per le vie della città che si è concluso con il fermo di un secondo, Belgacem Guerci, 26enne anch’egli di nazionalità tunisina, col plauso dei cittadini presenti. Indosso a quest’ultimo gli agenti hanno subito rinvenuto 450 euro in contanti, in banconote da 50 euro e un sacchetto con diversi monili in oro. Il terzo soggetto, Ardit Vokrri, 27enne albanese, è stato ritrovato, nascosto sotto il letto, dagli uomini delle Volanti in un’abitazione di via Pio XI, insieme ad una ragazza di nazionalità tunisina, complice dei tre. Quest’ultima, infatti, alla vista degli operatori in divisa ha in tutti i modi osteggiato l’ingresso nell’appartamento. Nella borsa di quest’ultima gli agenti hanno ritrovato la restante parte del denaro, 1.400 euro, poco prima ritirato dal “Compro oro”, oltre ad altri oggetti e orologi di valore. Fatti gli accertamenti di rito e interrogate le banche dati, i poliziotti hanno riscontrato, inoltre, che l’albanese era destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Milano. Informata l’autorità giudiziaria, i quattro sono stati arrestati per violenza, minaccia, resistenza, oltraggio a pubblico ufficiale, lesioni nonché denunciati per ricettazione. Sono in corso le indagini finalizzate ad individuare i legittimi proprietari dei monili sequestrati.

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