Reggio Calabria. «È finita!». Queste le uniche parole che è riuscito a pronunciare a caldo l’imprenditore Tiberio Bentivoglio davanti ai resti fumanti del suo magazzino, bruciato e distrutto questa notte da ignoti. È accaduto poco prima di mezzanotte nel rione Tremulini, in via Salita Zerbi seconda traversa (a pochi passi dalla facoltà di Architettura), all’interno di due garage comunicanti ubicati al piano terra di uno stabile di cinque piani, disabitato. I residenti della zona hanno sentito un boato, in tanti hanno pensato a una bomba. Invece è stato il rumore della deflagrazione causata dai fumi del liquido infiammabile versato all’interno e al quale è stato dato fuoco. Il magazzino era adibito a deposito di materiale della sanitaria Sant’Elia di Bentivoglio. Tutto è andato distrutto.
Sul posto sono intervenute le pattuglie della Squadra Volante e diverse squadre dei vigili del fuoco del comando provinciale. In particolare hanno operato la squadra diretta dal caposquadra Agatino Bruno e composta dai vigili Giovanni Viglianti, Stefano Pellicanò, Saverio Ambrogio e Piero Carbone, e quella del caposquadra Domenico Siclari e i suoi uomini. I vigili del fuoco hanno dovuto fare uso degli autoprotettori (composti da una maschera una bombola di ossigeno e un erogatore) per domare le fiamme proteggendo le vie respiratorie. Il fumo ha parzialmente annerito la facciata dello stabile.
Nessun dubbio che l’incendio sia di origine dolosa. Gli specialisti del Gabinetto regionale di Polizia Scientifica, diretto dal vice questore aggiunto Diego Trotta, hanno rinvenuto il tappo e tracce di una tanica in plastica utilizzata per trasportare il liquido infiammabile.
Le indagini sono condotte dalla Polizia, sul posto sono giunti il funzionario di turno della Squadra Mobile, il commissario capo Giuseppe Izzo, e il dirigente dell’Ufficio generale e soccorso pubblico, il vice questore aggiunto Luciano Rindone. Infine, accompagnato dalla famiglia e scortato dai Carabinieri, è arrivato anche Tiberio Bentivoglio. Questa è solo l’ultima vigliaccata che subisce l’imprenditore che, impegnato in una lotta contro il racket, ha denunciato i suoi estorsori ed oltre ad essere stato destinatario di numerose minacce e danneggiamenti, in passato è stato anche vittima di un tentato omicidio. Guarda il disastro ed esclama: «Stavolta è finita!»
Fabio Papalia