Reggio Calabria. Nell’ambito di ordinari controlli del territorio finalizzati al rispetto delle norme di tutela del demanio marittimo, i militari dell’unità organizzativa polizia giudiziaria della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria congiuntamente ai finanzieri della sezione operativa navale di Reggio Calabria, hanno accertato che la titolare di una struttura balneare aveva mantenuto, sul lungomare di Gallico di Reggio Calabria, senza alcuna autorizzazione, il chiosco adibito a locale cucina, deposito e bar, per un ingombro complessivo di circa 170 mq.
La stessa ditta era stata già oggetto di specifica attività di controllo nella scorsa estate nell’ambito della pianificazione prefettizia denominata “Focus ‘ndrangheta” ed anche in quella occasione era stata denunciata alla locale Procura per violazioni alle norme sia demaniali che paesaggistico-ambientali. All’esito di ulteriori accertamenti effettuati anche presso il competente servizio demanio marittimo del Comune di Reggio Calabria, alla ditta era stato altresì emesso nel dicembre 2015, apposito provvedimento di decadenza dal titolo concessorio. Pertanto la struttura era stata mantenuta senza alcun titolo autorizzativo oltre al fatto di aver superato i limiti stagionali di utilizzo (01 maggio – 30 ottobre).
L’attività di polizia giudiziaria è stata convalidata dal giudice per le indagini preliminari Caterina Catalano del tribunale di Reggio Calabria che ha emesso proprio decreto di sequestro preventivo, giusta richiesta di convalida del magistrato titolare delle indagini Teodoro Catananti della locale Procura. All’attività di sequestro ha altresì partecipato una pattuglia della Stazione Carabinieri di Gallico. L’attività eseguita dalle forze dell’ordine è consistita in: informativa di reato a carico di C.G. di 43 anni; sequestro preventivo di un chiosco in legno, adibito a cucina e locale bar, poggiato su basamento di cemento per un ingombro di circa 170 mq; l’indagata è stata altresì nominata custode giudiziale senza facoltà d’uso. La preziosa sinergia e le specifiche competenze delle forze di polizia intervenute sul luogo dell’accertamento, hanno permesso di implementare le sinergie fortemente volute dal prefetto di Reggio Calabria.
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