Animali da salvare: il corso del WWF per guardia particolare giurata studia il “Cites” col Corpo Forestale dello Stato

Reggio Calabria. Il Corso di preparazione finalizzato a diventare guardia particolare giurata, organizzato dall’Associazione WWF ed ospitato dalle Officine Miramare, comincia, decisamente, a creare “dipendenza” da un lato sicuramente per il fatto che tutti gli iscritti sono fortemente motivati, ma certamente, anche perché le lezioni sono tenute da un corpo docente preparato e professionale che è riuscito a tenere l’attenzione alta: e parliamo di lezioni della durata di ben quattro ore consecutive!
Anche per questa settimana due argomenti caldi: nella prima parte della lezione è stata sapientemente introdotta e sviscerata la Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione, conosciuta con l’acronimo CITES, un accordo internazionale che entrò in vigore nel 1975 ed a cui aderiscono, ad oggi, oltre l’UE altri 181 Paesi.
Lo scopo della Convenzione è quello di garantire che lo sfruttamento commerciale di flora e fauna sia sostenibile per la singola specie e compatibile con il ruolo ecologico che la specie stessa riveste nel suo habitat. La Convenzione tutela, con diversi gradi di protezione – tra piante ed animali – circa 3000 specie; a livello internazionale esistono appositi comitati – i Comitati Animali e Piante CITES – formati da biologi esperti ed altri specialisti che forniscono il necessario supporto scientifico relativo alle specie animali e vegetali che potrebbero, o dovrebbero, essere inseriti nelle Appendici. I Comitati, infatti, approntano periodicamente dei controlli su ciascuna specie con il fine di verificarne l’esatta collocazione negli elenchi. Esistono tre diverse Appendici: nella prima sono ricomprese le specie gravemente minacciate di estinzione che non possono essere commerciate, salvo particolari deroghe; per le specie iscritte nella seconda Appendice il commercio è regolamentato onde evitare sfruttamenti eccessivi; riguardo, invece, l’Appendice III, che ricomprende le specie protette dai singoli Stati e la conseguente regolamentazione per le esportazioni dai rispettivi territori.
Il relatore che si è occupato della lezione per il Corpo Forestale dello Stato, il commissario capo Pietro Marchetta, partendo dal documento originario – e dalle rispettive appendici – ha dettagliatamente illustrato la normativa della Comunità Europea fino alle leggi, decreti legislativi e regolamenti nazionali – ricomprendendo anche il manuale operativo – ripetendo più e più volte che il presupposto di base della Convenzione è il controllo del commercio della flora e fauna non il divieto; in tal senso è d’obbligo porre l’attenzione sul fatto che la normativa si riferisce sia a soggetti viventi che privi di vita e, nell’attività di monitoraggio, vengono ricompresi le parti ed i prodotti derivati.
Il controllo sulla movimentazione delle specie viene effettuato attraverso il rilascio di apposite certificazioni che consentono una sorta di “identificazione e tracciabilità” dell’animale o della pianta (o del derivato): come l’esatta denominazione scientifica, l’esatta descrizione, l’origine e la provenienza etc.. è assolutamente vietato movimentare, in entrata o in uscita dal paese, esemplari tutelati dalla CITES che siano sprovvisti degli appositi permessi. Le sanzioni che colpiscono i trasgressori possono essere di natura penale o amministrativa a seconda che la specie tutelata sia ricompresa nella lista di uno o di un altro allegato ed – appare chiaro – che la lista viene via via aggiornata e le specie possono anche migrare da un allegato all’altro quando la gradazione della tutela si attenua o si acuisce.
La Convenzione è stata adottata in tutta l’Unione Europea mediante regolamenti direttamente applicabili in tutti gli Stati membri, come il Regolamento 338/97.
Il servizio CITES del CFS ha un ufficio centrale, a Roma, e 28 Servizi CITES Territoriali – gli uffici periferici – distribuiti su tutto il territorio nazionale che hanno la funzione di rilasciare i certificati e provvedono ad approntare il controllo sul territorio per accertare infrazioni o violazioni; a questi si aggiungono 23 Nuclei Operativi CITES che operano presso le dogane con la funzione di verifica merceologica, controllo documentale e movimentazione, nonché accertamento illeciti.
Nel 2015 il Servizio CITES del Corpo Forestale dello Stato ha effettuato controlli su:

– 12.574 animali vivi (quasi 3 mila tartarughe, circa mille pappagalli, 130 primati, oltre 200 tipologie di serpenti, oltre 300 specie di rapaci, ma non mancano anche i felini come tigri, leopardi, leoni, conteggio effettuato escludendo i pesci),
– 6896 piante vive (di cui 5200 cicas),
– 221.230 parti e prodotti derivati (tra cui oltre 2 cento mila prodotti in pelle di rettile, 7 mila tra zanne ed oggetti di avorio, 33 tonnellate di piante di aloe e oltre 100 chili di caviale),

il tutto per un totale di 70 illeciti penalmente rilevanti e 94 illeciti amministrativi per un valore di circa 1 milione di euro di merce sequestrata e 270 mila euro di sanzioni amministrative comminate.
La seconda parte della lezione è stata tenuta da Massimo Gurnari – veterinario dell’ASP – che ha affrontato il tema del randagismo e di tutte le implicazioni dirette e indirette. Molto interessante l’aspetto della trattazione delle zoonosi – le malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo – laddove è stato più volte evidenziato che solo di rado gli animali sono la fonte primaria delle infezioni, sebbene la situazione appare assai più delicata di fronte a soggetti con il sistema immunitario compromesso o che si trovino in particolari condizioni di salute; di solito, infatti, i germi vengono infatti trasmessi all’uomo per tramite dell’acqua o del cibo contaminato.
In Calabria la lotta al randagismo costituisce un’emergenza di natura sanitaria, gli imperativi per sconfiggere questa piaga sono: l’iscrizione all’anagrafe canina – in Calabria solo il 35% dei cani è chippato; sterilizzazione/castrazione; e detenzione responsabile, in questo ambito si è fatta una distinzione tra i cani vaganti ed i cani di proprietà, laddove il cane vagante (cane di proprietà ma libero), potendosi muovere liberamente e senza controllo, costituisce il candidato tipo per innescare l’effetto domino del randagismo. Altra parentesi interessante è stata quella relativa all’animale inteso come bio-indicatore: come è noto il metabolismo animale è molto più accelerato di quello umano e, pertanto, gli eventi sentinella che colpiscono l’animale – che vive abitualmente in una famiglia condividendo le stesse abitudini – possono essere degli indicatori dello stato di salute dell’intero nucleo familiare.

Monica Bolignano

le immagini sono tratte dai manuali operativi CITES Canadesi, uno per individuare i trofei di caccia ed il secondo per la commercializzazione delle farfalle

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